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modello comunicativo-evolutivo di psicoterapia - Associazione Due ...

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nuovo interesse come pericolo, l’eccitazione sessuale come dolore, il<br />

rifiuto del mondo come rifiuto del cibo.<br />

Un altro aspetto fondamentale da mettere in luce è che le delimitazioni<br />

della frontiera personale dei protagonisti si trovano, in maggior<br />

o minor misura, mal-formate, il che comporta sempre la mancanza<br />

<strong>di</strong> un’adeguata autonomia funzionale tra i <strong>di</strong>versi livelli organizzativi<br />

conscio/inconscio, mente/corpo, io/mondo.<br />

Per spiegare cosa inten<strong>di</strong>amo parlando <strong>di</strong> mancanza <strong>di</strong> autonomia,<br />

possiamo partire dal libro <strong>di</strong> Susan Sontag La malattia come<br />

metafora. La Sontag sostiene che la malattia non è una metafora per<br />

cui stigmatizza la <strong>di</strong>ffusa abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> utilizzare la malattia (vengono<br />

prese in considerazione la tubercolosi ed il cancro) come metafora linguistica.<br />

Ciò che la terapia <strong>comunicativo</strong>-evolutiva invece evidenzia è<br />

che il corpo del protagonista può essere un luogo <strong>di</strong> metafore proprio<br />

perché sono malformate le delimitazioni dei <strong>di</strong>versi livelli organizzativi<br />

della sua frontiera personale.<br />

Riformulando le tesi della Sontag dalla prospettiva clinica del<br />

<strong>modello</strong>, si può <strong>di</strong>re che negli stati <strong>di</strong> salute i livelli <strong>di</strong> organizzazione<br />

biologica, socio-mentale e relazionale mantengono la loro autonomia<br />

funzionale, mentre in molti stati <strong>di</strong> malattia (forse tutti associati a<br />

malformazioni della frontiera personale) un livello organizzativo invade<br />

l’altro debordando, violentandolo nell’autonomia funzionale e<br />

costringendolo ad acquisire una organizzazione che gli è aliena. Da lì<br />

in poi qualsiasi suo funzionamento “acquisisce un significato simbolico”,<br />

<strong>di</strong>viene metafora d’altro.<br />

Per il <strong>modello</strong> <strong>comunicativo</strong>-<strong>evolutivo</strong> le malattie fisiche del<br />

protagonista sono viste come metafore che non dovrebbero aver luogo<br />

nel corpo. Questa tesi trova nei dati clinici la sua giustificazione: si<br />

pensi ai problemi respiratori come l’asma, i problemi d’anoressia e<br />

bulimia, alla <strong>di</strong>arrea o stitichezza cronica, alle <strong>di</strong>sfunzioni del ciclo<br />

mestruale, ecc.<br />

Lo stesso può accadere nel livello organizzativo relazionale: un<br />

in<strong>di</strong>viduo può <strong>di</strong>venire luogo delle metafore <strong>di</strong> un altro e ciò porta<br />

entrambi a perdere l’autonomia organizzativa (si crea cioè tra loro<br />

una <strong>di</strong>pendenza funzionale). È il caso <strong>di</strong> molte coppie <strong>di</strong> amici o <strong>di</strong><br />

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