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modello comunicativo-evolutivo di psicoterapia - Associazione Due ...

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mancanza <strong>di</strong> senso. Il paziente così reagì allora alle intrusioni verbali<br />

dei suoi potenti esperti e quel collegamento percezione/reazione è<br />

rimasto fissato nell’inconscio rimosso.<br />

Un altro paziente con una storia simile <strong>di</strong> intrusioni verbali percepirebbe<br />

inconsciamente l’intrusione <strong>di</strong> Langs con la stessa accuratezza<br />

ma reagirebbe in modo totalmente <strong>di</strong>verso poiché altre “parti”<br />

<strong>di</strong> funzioni <strong>di</strong>verse erano attive durante gli eventi traumatici. Così i<br />

pazienti hanno una reazione alle loro adeguate percezioni inconsce<br />

che è “apparentemente esagerata ma quasi sempre adeguata, abnorme<br />

solo nella forma”, come <strong>di</strong>sse Freud nell’Eziologia. La forma<br />

abnorme della reazione è data dalla forma iniziale, fissata<br />

nell’inconscio.<br />

Per il <strong>modello</strong> <strong>comunicativo</strong> <strong>evolutivo</strong> questa <strong>di</strong>stinzione<br />

percezione/reazione è <strong>di</strong> fondamentale importanza in quanto le<br />

percezioni inconsce dei protagonisti della terapia possono – e <strong>di</strong>fatti<br />

lo fanno – fornire dati affidabili per il controllo delle procedure<br />

terapeutiche. Grazie a Langs sappiamo che tali percezioni inconsce<br />

sono veicolate dalle libere associazioni e pertanto queste sono i dati<br />

scelti per le procedure <strong>di</strong> verifica.<br />

Perché preferire le percezioni inconsce con il loro veicolo<br />

narrativo e in<strong>di</strong>retto <strong>di</strong> esprimersi e non le percezioni consce e il loro<br />

veicolo verbale <strong>di</strong>retto? Per rispondere a tale quesito è necessario<br />

fare un passo in<strong>di</strong>etro.<br />

Abbiamo detto che la barriera della rimozione che<br />

frammenta/segrega le funzioni nasce da una necessità <strong>di</strong><br />

sopravvivenza perché l’inesperto non può reagire in altro modo, data<br />

la sua collocazione nella relazione con i suoi esperti. L’inesperto non<br />

può fuggire dai suoi esperti, può solo fuggire da se stesso.<br />

Qual è pertanto l’obiettivo della costruzione della barriera della<br />

rimozione? Proprio che l’inesperto non <strong>di</strong>venga conscio dei traumi<br />

che gli infliggono i suoi esperti; grazie a questa barriera il sistema<br />

conscio dell’inesperto <strong>di</strong>venta “cieco e sordo” ed è proprio per questa<br />

mutilazione funzionale che egli può continuare a <strong>di</strong>pendere dai suoi<br />

esperti come se questi non fossero la fonte traumatica delle sue<br />

sofferenze e delle sue impossibilità <strong>di</strong> evolvere.<br />

In altre parole il sistema conscio subisce una mutilazione delle<br />

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