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modello comunicativo-evolutivo di psicoterapia - Associazione Due ...

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Verificando sistematicamente la connessione tra un’interpretazione<br />

del terapeuta e le associazioni libere successive che produceva il<br />

paziente, Langs stabilì un contatto verbale, questa volta in<strong>di</strong>retto, con<br />

l’inconscio. Questo contatto lo condusse ad affermare (senza conoscere i<br />

lavori dei primi ipnotisti) che il sistema inconscio percepiva ed elaborava<br />

i propri dati in mo<strong>di</strong> molto più intelligenti, luci<strong>di</strong> e saggi <strong>di</strong> quanto non<br />

facesse il sistema conscio. Però, a <strong>di</strong>fferenza dei primi ipnotisti, Langs<br />

con le associazioni libere <strong>di</strong>sponeva <strong>di</strong> uno strumento adeguato per<br />

costruire un’interazione paziente/terapeuta che non ostacolasse il<br />

contatto con “l’inconscio saggio”.<br />

Usando le libere associazioni dei pazienti come una specie <strong>di</strong><br />

bussola, si poteva ora organizzare e mantenere una relazione terapeutica<br />

permanentemente verificata dai sistemi inconsci luci<strong>di</strong> e saggi dei<br />

pazienti: era sufficiente ascoltare quello che essi narravano dopo ciascuna<br />

interpretazione o gestione dell’organizzazione della relazione<br />

(setting). Il progetto non appariva <strong>di</strong>fficile e in buona parte non lo fu; la<br />

maggiore <strong>di</strong>fficoltà del progetto era, ed è, il terapeuta. Per spiegare tale<br />

<strong>di</strong>fficoltà torniamo per un momento al caso <strong>di</strong> Langs.<br />

Egli dovette accettare il fatto che, formulando un’interpretazione<br />

in quel particolare frangente, si era comportato come un “camionista<br />

pazzo”, irrispettoso del co<strong>di</strong>ce che egli stesso aveva proposto al<br />

paziente (nella proposta terapeutica iniziale il terapeuta propone al<br />

paziente <strong>di</strong> parlare <strong>di</strong> ciò che gli viene in mente “liberamente”). Langs<br />

dovette anche ammettere che, interpretando, aveva offeso il paziente e<br />

che questi, attraverso le libere associazioni, narrava le sue percezioni<br />

inconsce (spostate e simbolizzate). Dovette inoltre riconoscere che le<br />

associazioni libere del paziente non erano fantasie <strong>di</strong>storte che sovrapponevano<br />

significati estrinseci ai suoi comportamenti, ma elementi<br />

comunicativi inconsci sia per il paziente sia per lui stesso.<br />

Infine Langs dovette convenire che la depressione del paziente, la<br />

sua impotenza e la sua mancanza <strong>di</strong> senso erano reazioni alla percezione<br />

inconscia <strong>di</strong> ciò che egli stesso aveva causato, con la sua interpretazione<br />

inadeguata perché intempestiva.<br />

Langs e i terapeuti che desiderano lavorare con l’approccio<br />

<strong>comunicativo</strong> devono insomma vincere una tentazione quasi<br />

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