modello comunicativo-evolutivo di psicoterapia - Associazione Due ...
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invisibile (immaginando ciò che è lontano o che non si può vedere<br />
perché è troppo piccolo o troppo grande); quella <strong>di</strong> autocoscienza e <strong>di</strong><br />
autoriflessione (doppia prospettiva tra sé e sé).<br />
Tornando alla compassione, occorre sottolineare che tale capacità<br />
della madre <strong>di</strong>viene complementare allo stato <strong>di</strong> suggestionabilità del<br />
figlio e se, grazie a tale stato, il figlio <strong>di</strong>viene immensamente ricettivo<br />
verso i principi <strong>di</strong> organizzazione dei comportamenti della madre,<br />
grazie alla compassione, la madre <strong>di</strong>viene immensamente ricettiva<br />
verso il figlio. Da questa complementarietà risulta un rapporto <strong>di</strong><br />
enorme vicinanza, conoscenza ed intimità. Proprio dalle caratteristiche<br />
<strong>di</strong> questa relazione evolve, probabilmente, il desiderio umano <strong>di</strong> innamorarsi<br />
e <strong>di</strong> essere corrisposto.<br />
Ma se la doppia prospettiva sembra <strong>di</strong>mostrarsi così potente e<br />
ricca <strong>di</strong> possibilità, i suoi rischi non sono meno potenti. Un bambino<br />
che cresce accompagnato da genitori che hanno potuto sviluppare la<br />
loro possibilità <strong>di</strong> compassione, potrà imparare a conoscere adeguatamente<br />
le proprie necessità, le proprie sensazioni e sentimenti, potrà<br />
compiere le azioni adeguate ad essi e potrà sviluppare un’amorevole<br />
coscienza <strong>di</strong> sé, potrà amarsi e proteggersi e gradualmente potrà amare<br />
e proteggere il proprio mondo, il mondo degli altri e il mondo <strong>di</strong> tutti<br />
gli esseri viventi.<br />
Però potrebbe accadere anche il contrario; in tal caso il bambino<br />
crescerà senza conoscere le proprie necessità e senza poter realizzare le<br />
azioni ad esse adeguate, avendo una visione parziale, sbagliata o<br />
crudele <strong>di</strong> se stesso e senza sviluppare una visione amorevole del<br />
mondo e degli altri. Non <strong>di</strong>verrà in grado <strong>di</strong> provare compassione né<br />
per se stesso né per gli altri e non avrà la possibilità <strong>di</strong> costruire e <strong>di</strong><br />
mantenere dei rapporti <strong>di</strong> intimità con altri esseri viventi. In certi casi<br />
potrà ad<strong>di</strong>rittura sviluppare una “doppia prospettiva involutiva”: una<br />
struttura <strong>di</strong> esperienza nella quale la “doppia prospettiva” si realizza in<br />
“nessun luogo <strong>evolutivo</strong> possibile”. In presenza <strong>di</strong> tale “doppia prospettiva<br />
malformata”, i percorsi involutivi potranno avere due tendenze<br />
generali.<br />
Una consiste nella selezione <strong>di</strong> un’abilità anche eccezionalmente<br />
acuta nel capire i bisogni degli altri e nel rispondervi, <strong>di</strong>ventando così<br />
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