21.05.2013 Views

modello comunicativo-evolutivo di psicoterapia - Associazione Due ...

modello comunicativo-evolutivo di psicoterapia - Associazione Due ...

modello comunicativo-evolutivo di psicoterapia - Associazione Due ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

nell’impossibilità <strong>di</strong> auto-organizzarsi e <strong>di</strong> <strong>di</strong>venire un sistema<br />

complesso.<br />

Perciò le strutture sociali che compiono le funzioni <strong>di</strong><br />

“con<strong>di</strong>zioni necessarie esterne” all’evoluzione socio-mentale <strong>di</strong> un<br />

“protagonista” devono “offrire” i principi organizzativi in modo tale<br />

che quest’ultimo possa realizzarli auto-organizzativamente.<br />

Per iniziare a capire come le strutture sociali che sono<br />

“con<strong>di</strong>zioni necessarie al protagonista dei processi evolutivi” svolgono<br />

la loro duplice funzione, abbiamo elaborato alcune ipotesi plausibili<br />

circa l’obiettivo <strong>evolutivo</strong> che può essere stato all’origine <strong>di</strong> queste<br />

stesse strutture sociali.<br />

4.4. Per fare ciò faremo un “salto nel tempo” cercando <strong>di</strong> capire<br />

quale possa essere stato l’obiettivo della prima struttura sociale nella<br />

quale uno dei membri è la con<strong>di</strong>zione necessaria ai processi che<br />

realizza l’altro: andremo, cioè, all’origine della struttura <strong>di</strong><br />

interazione figlio-madre. Cercheremo <strong>di</strong> ipotizzare “perché” in un<br />

momento dell’Evoluzione delle Specie emersero quelle che “curano i<br />

piccoli”, ossia quelle che contemplano la struttura sociale figlio-madre.<br />

Come struttura d’interazione, quella <strong>di</strong> figlio-madre è molto antica,<br />

forse la più antica struttura <strong>di</strong> interazione continuativa fra in<strong>di</strong>vidui<br />

della stessa specie. Secondo Konrad Lorenz l’Evoluzione, nella sua<br />

complessità crescente, creò ad un certo punto la possibilità per i piccoli<br />

<strong>di</strong> ricevere, anche dopo la nascita, alcuni schemi <strong>di</strong> comportamento.<br />

Fino a quel momento tutti i piccoli delle specie esistenti possedevano i<br />

principi <strong>di</strong> organizzazione dei propri comportamenti (gli schemi) nel<br />

co<strong>di</strong>ce genetico e non avendo niente da imparare, o meglio non avendo<br />

niente da imparare dagli altri, non avevano neppure bisogno <strong>di</strong> un<br />

“maestro naturale”, come Lorenz definisce la madre.<br />

Quando i comportamenti inscritti nel co<strong>di</strong>ce genetico arrivarono<br />

al limite delle loro possibilità <strong>di</strong> complessificazione, il loro limite <strong>di</strong><br />

complessità, si può quin<strong>di</strong> supporre (in termini metaforici) che<br />

l’Evoluzione abbia organizzato la struttura <strong>di</strong> relazione figlio-madre:<br />

ossia abbia reso possibile l’acquisizione da parte dei piccoli <strong>di</strong> principi<br />

<strong>di</strong> organizzazione comportamentali grazie alla relazione con un esperto<br />

29

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!