21.05.2013 Views

modello comunicativo-evolutivo di psicoterapia - Associazione Due ...

modello comunicativo-evolutivo di psicoterapia - Associazione Due ...

modello comunicativo-evolutivo di psicoterapia - Associazione Due ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

possibile”. Un aspetto fondamentale della logica evolutiva è che non si<br />

può sapere verso dove andrà un processo <strong>evolutivo</strong> vivente, perché il<br />

processo stesso creerà delle proprietà emergenti che non esistono al suo<br />

inizio.<br />

Anche la logica del processo terapeutico è evolutiva e ciò<br />

significa che il protagonista prenderà uno degli infiniti percorsi<br />

evolutivi possibili (non esiste un solo cammino terapeutico). Questo<br />

percorso lo porterà in luoghi che né lui né la sua “con<strong>di</strong>zione<br />

necessaria” immaginano, all’inizio della terapia. L’unica previsione<br />

forte che può fare la “con<strong>di</strong>zione necessaria” è che, se le con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> <strong>psicoterapia</strong> sono adeguate all’evoluzione, allora i protagonisti<br />

abbandoneranno i luoghi <strong>di</strong> evoluzione impossibile nei quali si<br />

trovano prigionieri e costruiranno un proprio cammino, uno dei<br />

molteplici possibili... Quale precisamente non è preve<strong>di</strong>bile perché,<br />

come scrive il poeta Antonio Machado, “caminante no hay camino,<br />

se hace camino al andar” (viandante, il percorso non esiste; si fa<br />

andando).<br />

Come si può dunque dedurre, qualunque elenco dei risultati<br />

sperabili <strong>di</strong> una <strong>psicoterapia</strong> (criteri generali <strong>di</strong> cura) è fuori luogo nel<br />

mondo del vivente. Gli elenchi dei risultati appartengono alla logica <strong>di</strong><br />

“elencare ciò che è permesso” e non a quella evolutiva <strong>di</strong> “elencare<br />

solo ciò che è vietato”.<br />

5.4.2. Abbiamo già detto che i sistemi complessi-evolutivi si<br />

auto-<strong>di</strong>sorganizzano per poter poi rendere più complessa la loro<br />

organizzazione successiva. L’auto-<strong>di</strong>sorganizzazione è la caratteristica<br />

per la quale i sistemi complessi si chiamano anche “caotici”, in quanto<br />

in particolari momenti della loro organizzazione (che non si può<br />

sapere quali saranno) i sistemi iniziano ad allontanarsi dall’equilibrio<br />

<strong>di</strong>namico nel quale si trovano e così si <strong>di</strong>sorganizzano; tale processo<br />

permette ai sistemi <strong>di</strong> liberare energia che in seguito verrà usata per<br />

organizzarsi in mo<strong>di</strong> più complessi.<br />

La fase <strong>di</strong> <strong>di</strong>sorganizzazione, il caos, si produce dentro uno<br />

spazio chiamato “spazio <strong>di</strong> fase” e non supera questo spazio virtuale,<br />

non ne deborda (si ignora quali siano i vincoli del sistema rispetto al<br />

proprio spazio <strong>di</strong> fase).<br />

66

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!