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modello comunicativo-evolutivo di psicoterapia - Associazione Due ...

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organizzazione socio-mentale viene rispettato dalla “con<strong>di</strong>zione<br />

necessaria”, in tutti i protagonisti si auto-costruiscono le delimitazioni<br />

adeguate dei loro <strong>di</strong>versi livelli organizzativi (in alcuni casi si sono<br />

riorganizzati dei processi biologici <strong>di</strong>sfunzionali che si ritengono<br />

generalmente irreversibili). In modo complementare, se la “con<strong>di</strong>zione<br />

necessaria” non rispetta rigorosamente i vincoli dell’ambito della<br />

<strong>psicoterapia</strong>, i <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> organizzazione del protagonista<br />

tendono ancor <strong>di</strong> più a rendersi luoghi <strong>di</strong> metaforizzazione e ciò si<br />

manifesta in <strong>di</strong>sfunzioni biologiche, rapporti debordanti con il mondo,<br />

stravolgimento organizzativo tra i sistemi conscio ed inconscio.<br />

g. Rispondere alle domande del protagonista.<br />

Quando la “con<strong>di</strong>zione necessaria” propone le modalità del<br />

lavoro terapeutico verbalizza anche che, <strong>di</strong> solito, parlerà solo se il<br />

protagonista lo chiede. Dice “<strong>di</strong> solito” perché può succedere che<br />

debba fare un intervento <strong>comunicativo</strong>, rispondendo in questo caso a<br />

una richiesta inconscia del protagonista.<br />

Alcuni protagonisti non domandano mai e allora la “con<strong>di</strong>zione<br />

necessaria” rimane in silenzio; altri fanno più domande ed altri ancora<br />

meno. Questo significa che in un numero non piccolo <strong>di</strong> psicoterapie<br />

tutto il percorso terapeutico si compie senza che la “con<strong>di</strong>zione<br />

necessaria” intervenga verbalmente neanche una volta. In altre parole<br />

gli scambi verbali del livello conscio della relazione (domande e<br />

risposte) sono una “variabile personale” dei protagonisti, ma non<br />

costituiscono una costante universale del processo terapeutico.<br />

Soprattutto all’inizio della terapia le domande possono<br />

facilmente essere espressioni della <strong>di</strong>pendenza funzionale e<br />

organizzativa del protagonista; egli suppone coscientemente che,<br />

poiché è “un paziente”, la cura passi attraverso ciò che gli <strong>di</strong>rà “il<br />

terapeuta”. Suppone che sarà “il terapeuta” a curarlo.<br />

La “con<strong>di</strong>zione necessaria” accoglie le domande e risponde,<br />

accettando questa situazione e facendo sì che al protagonista risulti<br />

“implicitamente evidente” che tali risposte tendono soprattutto a fargli<br />

avere un momento <strong>di</strong> sollievo, d’intimità verbale, <strong>di</strong> riposo, a farlo<br />

sentire accompagnato. Infatti, va ancora una volta sottolineato che le<br />

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