modello comunicativo-evolutivo di psicoterapia - Associazione Due ...
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fine <strong>di</strong> ogni mese. Per quanto riguarda questo primo incontro, è più<br />
opportuno se lo paga quando lo conclu<strong>di</strong>amo. Un buon modo <strong>di</strong><br />
lavorare è che lei si sdrai sul lettino e parli delle cose che le vengono<br />
in mente. Di solito io parlerò solo se lei mi pone delle domande. È<br />
importante che troviamo un orario che vada bene ad entrambi e che,<br />
una volta trovato, permanga stabile. Nel caso le sedute non si tengano<br />
a causa della sua assenza, qualunque ne sia la ragione, lei pagherà<br />
ugualmente. Le vacanze sono per Natale, Pasqua e per le ferie estive.”<br />
b. Vincolarsi rigorosamente nei comportamenti al setting che ha<br />
proposto, offrendo così al protagonista gli esempi che contengono<br />
quegli stessi principi organizzativi 13 .<br />
A qualsiasi proposta del protagonista volta a mo<strong>di</strong>ficare l’organizzazione<br />
della terapia, occorre quin<strong>di</strong> rispondere che prima <strong>di</strong> decidere<br />
è necessario vedere “quello che gli viene in mente”. Ascoltare e<br />
deco<strong>di</strong>ficare le associazioni libere del protagonista, mostrando poi le<br />
“opinioni” dei sistemi conscio e inconscio (mostrando dove e come si<br />
sono ottenuti i dati). Non accettare mo<strong>di</strong>ficazioni nella struttura<br />
dell’interazione se non c’è concordanza fra le versioni, <strong>di</strong>retta e<br />
spostata/simbolizzata, del protagonista.<br />
c. Per quanto possibile, mostrare in ciascun comportamento con<br />
il protagonista la forma specificamente umana <strong>di</strong> essere sistema<br />
complesso-<strong>evolutivo</strong>: quella suggerita dall’immagine dei due fiumi,<br />
delimitati fra <strong>di</strong> loro, che si accompagnano, si sostengono e si<br />
arricchiscono reciprocamente. La non-vacuità <strong>di</strong> ciascun gesto, la<br />
pienezza sia nelle parole che nelle azioni, esprimono la “piena<br />
presenza” della “con<strong>di</strong>zione necessaria” nella relazione con il<br />
protagonista.<br />
13 I vincoli ai principi organizzativi del setting riguardano esclusivamente il terapeuta; soprattutto<br />
all'inizio della terapia, il paziente realizza altri principi organizzativi <strong>di</strong> comportamenti (quelli<br />
involutivi) e solo gradualmente egli si approprierà <strong>di</strong> quelli contenuti nei comportamenti del terapeuta.<br />
Anche se molti dei principi organizzativi del setting sono già stati formulati da Freud, la pratica<br />
clinica concede una grande libertà comportamentale al terapeuta mentre limita molto quella del paziente.<br />
In tale pratica i principi del setting ai quali i terapeuti si vincolano possono essere pochi, ma qualsiasi<br />
violazione del setting fatta dal paziente viene interpretata come resistenza all'analisi.<br />
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