modello comunicativo-evolutivo di psicoterapia - Associazione Due ...
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cioè svolgere idoneamente le funzioni che richiedono interrelazioni con<br />
gli altri: i protagonisti del suo lavoro.<br />
Naturalmente questa <strong>di</strong>namica ontogenetica non si verifica in<br />
tutti gli in<strong>di</strong>vidui: ad alcuni come i protagonisti usurpatori è stato reso<br />
impossibile trasformarsi in soggetti poiché le con<strong>di</strong>zioni interattive<br />
necessarie glielo hanno impe<strong>di</strong>to. Non potendo generare la forza della<br />
coerenza interna, caratteristica dei sistemi complessi, questi in<strong>di</strong>vidui<br />
hanno bisogno <strong>di</strong> “sostenersi artificiosamente” in un centro interattivo<br />
esterno attraverso la “forza <strong>di</strong> altri in<strong>di</strong>vidui usurpata in virtù del loro<br />
stato <strong>di</strong> suggestionabilità”.<br />
Tale situazione è strutturalmente involutiva per tutti i partecipanti<br />
alla relazione poiché, sia l’usurpatore che l’usurpato si trovano es-posti,<br />
in uno stato <strong>di</strong> suggestionabilità involutivamente mutato, con una<br />
frontiera personale malformata, incapace, cioè, <strong>di</strong> conferire le “buone<br />
forme” alle loro valutazioni, decisioni, azioni.<br />
4.7. Dati i principi organizzativi prevalentemente evolutivi, data<br />
una frontiera personale con un sufficiente livello <strong>di</strong> complessità e dato<br />
un processo <strong>di</strong> trasformazione da in<strong>di</strong>viduo a soggetto, l’essere umano<br />
può accedere all’esperienza complessa della compassione; cioè può<br />
arrivare a collegarsi in maniera particolare con le passioni degli altri<br />
esseri viventi.<br />
Il <strong>modello</strong> <strong>comunicativo</strong>-<strong>evolutivo</strong> concorda con i concetti relativi<br />
alla compassione sviluppati da Varela, Thompson e Rosch nel loro<br />
libro La via <strong>di</strong> mezzo della conoscenza, libro nel quale gli autori introducono<br />
la compassione, nel suo significato “orientale” (la matrice<br />
filosofica è bud<strong>di</strong>sta), per poter affrontare alcune questioni<br />
“occidentali”, come l’intelligenza artificiale o la co-evoluzione della<br />
relazione soggetto-oggetto.<br />
Prima <strong>di</strong> includere la compassione come componente della propria<br />
struttura concettuale, il <strong>modello</strong> <strong>comunicativo</strong>-<strong>evolutivo</strong> utilizzava<br />
concetti complementari: per esempio la “depersonalizzazione” del<br />
terapeuta associata all’empatia verso la “persona del paziente”, o l’immagine<br />
del “terapeuta che non c’era” perché “era insieme con il<br />
paziente”. Tuttavia, il concetto <strong>di</strong> compassione include tutti questi<br />
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