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modello comunicativo-evolutivo di psicoterapia - Associazione Due ...

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dell’esperto” in contrapposizione al “potere funzionale dell’esperto”<br />

(potere richiesto per l’avviamento dei processi <strong>di</strong> iscrizione<br />

interazionale, cioè per l’appren<strong>di</strong>mento).<br />

Quando l’esperto usa la forza della sua funzione per dare forza<br />

alla sua persona, la struttura <strong>di</strong> interazione risultante è una violazione<br />

dell’obiettivo esistenziale della struttura stessa. L’inesperto rimane<br />

“innaturalmente preso” dall’esperto, che <strong>di</strong>venta il “protagonista<br />

usurpatore” della struttura interattiva. Il protagonista esistenziale della<br />

stessa rimane relegato in un ruolo evolutivamente inesistente, antinaturale,<br />

<strong>di</strong> comparsa rispetto all’usurpatore, col risultato che gli è<br />

impossibile <strong>di</strong>venire un sistema complesso-<strong>evolutivo</strong>.<br />

Il protagonista usurpatore può utilizzare la violenza per collocarsi<br />

e rimanere nel ruolo centrale della struttura, però può anche servirsi<br />

“dell’amore”, della propria “conoscenza”, dell’essere in possesso “della<br />

verità”, dell’avere raggiunto “la saggezza”, della propria capacità <strong>di</strong><br />

sedurre e <strong>di</strong> convincere, delle proprie paure, della propria depressione,<br />

del proprio lavoro e <strong>di</strong> mille altre ragioni che giustifichino il suo essere<br />

il centro interattivo e il punto <strong>di</strong> organizzazione della struttura <strong>di</strong><br />

interazione.<br />

Come abbiamo detto, l’inesperto <strong>di</strong> qualsiasi struttura interattiva<br />

nella quale l’esperto sia il protagonista usurpatore non può <strong>di</strong>venire o<br />

rimanere un sistema <strong>evolutivo</strong> perché si trova “preso” (come magnetizzato)<br />

all’infinito dall’esperto, rimanendo legato a lui attraverso una<br />

<strong>di</strong>pendenza funzionale innaturale. In queste strutture l’inesperto/protagonista<br />

esistenziale rimane etero-organizzato dall’esperto/protagonista<br />

usurpatore, cioè rimane nell’impossibilità <strong>di</strong> evolvere autonomamente e<br />

<strong>di</strong> auto-organizzarsi poiché l’esperto perpetua il suo potere proprio<br />

creando e mantenendo tale <strong>di</strong>pendenza innaturale. Mentre, come<br />

abbiamo già segnalato, la <strong>di</strong>pendenza dell’inesperto dall’esperto<br />

riguarda la possibilità <strong>di</strong> acquisire e realizzare i principi organizzativi<br />

capaci <strong>di</strong> auto-organizzazioni successive.<br />

In questo quadro l’inesperto <strong>di</strong>viene un sistema involutivo e<br />

segue un percorso che si trova in “nessun luogo” dell’universo <strong>evolutivo</strong><br />

giacché il sistema umano malformato viene esistenzialmente esiliato<br />

dagli usurpatori in luoghi <strong>di</strong> evoluzione impossibile.<br />

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