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Dizionario Filosofico Integrale - Eliohs

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Era dunque vero che, tra gli strati più bassi della popolazione, alcune persone ridevano dell’Inferno,<br />

mentre altre ne tremavano. Le une consideravano le storie di Cerbero, delle Furie e di Plutone come<br />

favole ridicole; le altre non smettevano di portare offerte agli dèi infernali. Succedeva esattamente<br />

quello che accade ai nostri tempi:<br />

Et quocumque tamen miseri venere, parentant,<br />

Et nigras mactant pecudes, et Manibu’ divis<br />

Inferias mittunt, multoque in rebus acerbis<br />

Acrius advertunt animos ad religionem.<br />

[De rerum natura, III, 51-54]<br />

Scongiurano quegli dèi che hanno modellato i nostri capricci;<br />

Stancano Plutone coi loro inutili sacrifici;<br />

Il sangue di un nero montone cola sotto i loro coltelli:<br />

Più sono sventurati e più sono devoti.<br />

Parecchi filosofi che non prestavano fede alle favole sugli Inferi, volevano che la plebaglia fosse<br />

tenuta a freno da tale credenza. A quel tipo di autori appartennero Timeo di Locri e lo storico<br />

politico Polibio. «L’Inferno ‒ sostiene quest’ultimo [Polibio, Storie, VI, 56] ‒ è inutile ai saggi, ma<br />

necessario alla plebaglia insensata».<br />

È abbastanza noto che la legge del Pentateuco non prospetta mai un Inferno 393 . Tutti gli uomini<br />

erano sprofondati in questo caos di contraddizioni e di incertezze quando Gesù Cristo venne al<br />

mondo. Egli confermò l’antica dottrina dell’Inferno; non la dottrina dei poeti pagani, non quella dei<br />

sacerdoti egizi, ma quella che adottò il cristianesimo, alla quale è necessario che tutto ceda.<br />

Annunciò un regno che sarebbe venuto e un Inferno che non avrebbe avuto mai fine.<br />

A Cafarnao, in Galilea, egli dichiarò esplicitamente 394 : «Chiunque chiamerà suo fratello Raca sarà<br />

condannato dal Sinedrio; ma colui che lo chiamerà folle sarà condannato alla Gehenei eimon,<br />

Geenna di fuoco».<br />

Ciò dimostra due cose: in primo luogo, che Gesù Cristo non voleva che si proferissero ingiurie,<br />

perché spettava solo a lui, in quanto maestro, chiamare i prevaricatori farisei razza di vipere [ivi, 3,<br />

7; 12, 34; 23, 33; Lc 3, 7]; in secondo luogo, che quanti rivolgono ingiurie al loro prossimo<br />

meritano l’Inferno, poiché la Geenna di fuoco era nella vallata di Ennom, dove un tempo venivano<br />

bruciate vittime a Moloch [Ger 7, 31; 32, 35]; e questa Geenna simboleggia il fuoco dell’Inferno.<br />

Altrove egli disse 395 : «Se qualcuno dà scandalo ai deboli che credono in me, sarebbe meglio<br />

mettergli al collo una macina d’asino e gettarlo nel mare.<br />

E se la tua mano ti è di ostacolo, tagliala: è meglio per te entrare monco nella vita eterna piuttosto<br />

che andare nella Geenna del fuoco inestinguibile, dove il verme non muore e dove il fuoco non si<br />

estingue mai.<br />

393 Nel <strong>Dizionario</strong> enciclopedico, l’autore della voce teologica Inferno sembra stranamente essersi confuso citando il<br />

Deuteronomio, al capitolo 32, versetto 22 [recte: 21] e seguenti, ove non ci si sofferma sull’Inferno più che sul<br />

matrimonio o sulla danza. Dio viene lì fatto parlare in questo modo: «Mi hanno reso geloso con ciò che non è Dio, e mi<br />

hanno irritato con le loro vanità; e per quanto mi riguarda, li renderò gelosi con un popolo che non è il mio, e li irriterò<br />

con una nazione stolta. Un fuoco si è acceso nella mia collera, e brucerà sino nelle profondità degli Inferi, e divorerà la<br />

terra con i suoi prodotti, e brucerà le fondamenta delle montagne. Accumulerò su di loro i malanni; esaurirò contro di<br />

loro le mie frecce; li farò morire di fame; gli uccelli li divoreranno con morsi amari; manderò contro di loro i denti delle<br />

bestie con il furore dei rettili e dei serpenti. La spada li devasterà di fuori, e la paura dentro, loro e i loro figli, e le figlie,<br />

e i lattanti assieme ai vecchi».<br />

C’è qui, di grazia, qualcosa che indichi la presenza di punizioni dopo la morte? Erbe secche, serpenti che mordono,<br />

ragazze e bambini uccisi assomigliano forse all’Inferno? Non è vergognoso stravolgere un passaggio per trovarvi ciò<br />

che non c’è? Se l’autore si è sbagliato, lo perdoniamo; se ha voluto ingannare, non va scusato. (Voltaire)<br />

394 Mt 5, 22. (Voltaire)<br />

395 Mc 9, 41 [recte: 42] sgg. (Voltaire)<br />

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