Dizionario Filosofico Integrale - Eliohs
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At Chalybes nudi ferrum, virosaque Pontus<br />
Castorea, Eliadum palmas Epirus equarum? 49 .<br />
Occorre qui servirsi della traduzione dell’abate Delille, la cui eleganza in questi versi è pari al<br />
merito di aver superata la loro difficoltà:<br />
Qui ci sono frutteti migliorati dalla coltivazione,<br />
là regna un prato verde nutrito dalla natura;<br />
Tmolo profuma di un prezioso zafferano;<br />
Nei campi di Saba cresce l’incenso per gli dèi,<br />
L’Esusino vede i castori divertirsi tra le sue onde,<br />
Il Ponto inorgoglisce per le sue profonde miniere,<br />
L’India produce l’avorio; e nei suoi campi di battaglia<br />
L’Epiro addestra i suoi destrieri per l’Elide.<br />
È indubbio che il suolo e l’atmosfera governano tutte le produzioni della natura, dall’uomo ai<br />
funghi.<br />
Nel gran secolo di Luigi XIV, l’ingegnoso Fontenelle ha detto [Digression sur les Anciens et les<br />
Modernes]:<br />
«Si potrebbe credere che la zona torrida e le due glaciali non siano affatto adatte per lo sviluppo<br />
delle scienze. Sino ad oggi queste non hanno oltrepassato l’Egitto e la Mauritania da un lato, e la<br />
Svezia dall’altro. Forse non è stato un caso che esse si siano mantenute tra i monti dell’Atlante e il<br />
Mar Baltico. Non sappiamo se siano questi i confini che la natura ha posto loro, e se possiamo<br />
sperare di vedere mai grandi autori lapponi o neri».<br />
Chardin, uno di quei viaggiatori che ragionano e che approfondiscono, si spinge ancora più in là di<br />
Fontenelle e parla della Persia 50 : «La temperatura dei climi caldi, dice, snerva lo spirito come i<br />
corpi, e dissipa quel fuoco necessario all’immaginazione che presiede all’invenzione. Si è incapaci<br />
in tali climi di lunghe veglie e di quella strenua applicazione che produce le opere delle arti liberali<br />
e delle arti meccaniche ecc.».<br />
Chardin non pensava che Sadi e Lokman 51 fossero Persiani.<br />
Non ha considerato il fatto che Archimede fosse della Sicilia, dove il calore è più forte che nei tre<br />
quarti della Persia. Ha dimenticato che Pitagora cominciò ad imparare la geometria presso i<br />
bramini.<br />
L’abate Dubos ha sostenuto e sviluppato per quanto ha potuto l’opinione di Chardin 52 .<br />
Centocinquanta anni prima di loro, Bodin l’aveva posto a fondamento del suo sistema ne Lo Stato e<br />
nel Metodo della storia: egli dichiara che l’influenza del clima è il principio del governo dei popoli<br />
e della loro religione 53 .<br />
Diodoro Siculo [Biblioteca storica, II, 39] la pensava allo stesso modo molto prima di Bodin.<br />
L’autore dello Spirito delle leggi, senza citare nessuno, spinse questa idea ancora più lontano di<br />
Dubos, Chardin e Bodin 54 . Una certa parte della nazione ha ritenuto che ne fosse l’inventore, e<br />
49 Virgilio, Georg., I, 54-59: «Qui crescono meglio i cereali, là i vitigni, / altrove nascono spontaneamente i frutti sugli<br />
alberi / e le erbe. Non vedi? il Tmolo ci invia lo zafferano profumato, / l’India l’avorio, gli abitanti effeminati di Saba il<br />
loro incenso, / mentre i Càlibi ignudi ci inviano il ferro, il Ponto le ghiandole / nauseanti dei castori e l’Epiro le cavalle<br />
vittoriose in Elide». Qui di seguito Voltaire cita Les Géorgiques de Virgile, traduction nouvelle en vers français, […]<br />
par [Jacques] Delille, Paris, 1770, p. 71.<br />
50 Chardin, cap. VII. (Voltaire) Cfr. J. Chardin, Voyages […] en Perse et autres lieux de l’Orient, 10 voll., Amsterdam,<br />
1711, vol. IV, cap. 17, p. 214.<br />
51 Il poeta Sa’di, o Saadi (1213-1291), e Luqman il Saggio (1100 a.C. circa).<br />
52 Cfr. Réflexions critiques sur la poésie et la peinture (1719), nelle quali Jean-Baptiste Dubos sottolinea più volte<br />
l’influsso del clima sulle produzioni artistiche.<br />
53 Cfr. J. Bodin, Les six Livres de la République (1579; in particolare II, 2 e V, 1) e Methodus ad facilem historiarum<br />
cognitionem (1566; in particolare il cap. 5).<br />
54 Cfr. Montesquieu, Esprit des lois, XIV.<br />
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