30.05.2013 Views

Dizionario Filosofico Integrale - Eliohs

Dizionario Filosofico Integrale - Eliohs

Dizionario Filosofico Integrale - Eliohs

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

pagare duecento scudi al giudice per le sue ferie giudiziarie, la legge era precisa: il campagnolo fu<br />

impiccato seduta stante per aver fatto quanto, al suo posto, avrebbero fatto Ercole, Teseo, Rolando e<br />

Amadis. Si doveva impiccare il prevosto per aver seguìto la legge alla lettera? E quale fu il verdetto<br />

al Tribunale penale? Per risolvere un migliaio di casi di questo genere s’è scritto un migliaio di<br />

volumi.<br />

Pufendorf stabilisce anzitutto degli enti morali. «Sono», dice 175 , «certi modi che gli esseri<br />

intelligenti attribuiscono alle cose naturali o ai movimenti fisici, al fine di dirigere o restringere la<br />

libertà delle azioni volontarie dell’uomo, per mettere un qualche ordine, una qualche convenienza e<br />

una qualche bellezza nella vita umana».<br />

Poi, per dare agli Svedesi e ai Tedeschi idee precise sul giusto e sull’ingiusto, egli osserva 176 che «ci<br />

sono due specie di spazi: uno per il quale si dice che le cose sono in qualche parte, per esempio: qui,<br />

là; un altro per il quale si dice che esse esistono in un certo tempo, per esempio: oggi, ieri, domani.<br />

Noi concepiamo così due specie di stati morali: l’uno che indica una certa situazione morale, e ha<br />

una qualche conformità con il luogo naturale; l’altro che designa un certo tempo in quanto proviene<br />

da un qualche effetto morale ecc.<br />

Non è tutto 177 ; assai curiosamente Pufendorf distingue i modi morali semplici dai modi di<br />

valutazione, le qualità formali e le qualità operative. Le qualità formali sono semplici attributi,<br />

mentre le operative vanno accuratamente divise in originali e derivate.<br />

Ciò nondimeno Barbeyrac ha commentato queste belle cose, e le si insegna in talune università. Ci<br />

si è divisi tra Grozio e Pufendorf su questioni di cotale importanza. Credete a me: leggete I doveri<br />

di Cicerone.<br />

Sezione II<br />

Diritto pubblico<br />

Nulla contribuisce forse di più a rendere uno spirito falso, oscuro, confuso, incerto quanto la lettura<br />

di Grozio, di Pufendorf e di quasi tutti i commentari sul diritto pubblico.<br />

Non si deve mai fare un male nella speranza di un bene che nessuno percepisce, dice la virtù. È<br />

lecito muovere guerra a una potenza che diventa troppo preponderante, dichiara Lo spirito delle<br />

leggi 178 .<br />

Quando i diritti devono essere riconosciuti attraverso una norma? I pubblicisti chiamano qui in loro<br />

soccorso il diritto divino e il diritto umano; i teologi si uniscono a loro. Dicono che Abramo e i suoi<br />

discendenti avevano diritto sulla Cananea perché l’avevano attraversata e Dio gliela aveva donata in<br />

un’apparizione [Gn 12, 1-5; 13, 12-17; 17, 1-8]. – Ma, miei saggi maestri, c’è un intervallo di<br />

cinquecentoquarantasette anni, stando alla Vulgata, tra il momento in cui Abramo acquistò una<br />

cripta nel paese [Gn 23, 2-20] e quello in cui Giosuè ne saccheggiò una piccola parte [Gs 1-12]. –<br />

Non importa, il suo diritto era chiaro e cristallino. – Ma la norma?… – Niente norma. – Ma quello<br />

che è accaduto una volta in Palestina deve servire come regola anche per la Germania e l’Italia?... –<br />

Sì; perché così ha detto. – E sia, signori, non disputo contro di voi; Dio me ne scampi!<br />

I discendenti di Attila si stabilirono, a quanto si dice, in Ungheria: in quale momento gli antichi<br />

abitanti cominciarono a essere tenuti al corrente di essere schiavi dei discendenti di Attila?<br />

I nostri dottori che hanno scritto sulla guerra e la pace sono davvero profondi; a sentire loro, tutto<br />

appartiene di diritto al sovrano per il quale essi scrivono: egli non ha potuto alienare nulla dei propri<br />

175<br />

[Le droit de la nature et des gens] T. I, p. 2 [recte: 3], traduzione di [Jean] Barbeyrac, con commentari. (Voltaire) La<br />

traduzione francese del De jure naturae et gentiun (1672) di Pufendorf è del 1712, Amsterdam [ma Parigi], 2 tt.<br />

176<br />

Pag. 6. (Voltaire)<br />

177<br />

Pag. 16. (Voltaire)<br />

178<br />

Cfr. Montesquieu, Esprit des lois, X, 2, che Voltaire sintetizza. Si veda la voce Guerra.<br />

54

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!