Dizionario Filosofico Integrale - Eliohs
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Il titolo di Deus optimus maximus è stato sempre concesso dai Romani unicamente a Giove.<br />
Hominum sator atque deorum 127 .<br />
Non ripeteremo mai abbastanza questa grande verità che illustriamo altrove 128 .<br />
Questa adorazione di un Dio supremo è attestata da Romolo fino alla distruzione definitiva<br />
dell’impero, e della sua religione. Malgrado tutte le follie del popolo che venerava dèi secondari e<br />
ridicoli, e malgrado gli epicurei che, in fondo, non ne riconoscevano nessuno, è assodato che i<br />
magistrati e i savi adorarono in ogni epoca un Dio sovrano.<br />
Tra le innumerevoli testimonianze che ci sono pervenute di questa verità, sceglierò, innanzitutto,<br />
quella di Massimo di Tiro, che visse sotto gli Antonini, modelli d’autentica pietà poiché erano<br />
modelli di umanità. Queste sono le sue parole, contenute nel discorso Di Dio secondo Platone. Il<br />
lettore che vuole istruirsi è pregato di meditarle attentamente.<br />
«Gli uomini hanno avuto la debolezza di conferire a Dio un aspetto umano, perché non avevano<br />
visto nulla che fosse superiore all’uomo; ma è ridicolo immaginarsi, sulla scorta di Omero, che<br />
Giove o la suprema divinità abbia le sopracciglia nere e la chioma d’oro, e che non possa scuoterla<br />
senza sconquassare il cielo.<br />
«Quando si interrogano gli uomini a proposito della natura della Divinità, le loro risposte<br />
differiscono tutte. Nondimeno, in mezzo a questa prodigiosa varietà di opinioni, riscontrerete uno<br />
stesso sentimento su tutta la terra, ossia che esiste un solo Dio, il quale è il padre di tutti, ecc.» 129 .<br />
Che ne sarà delle declamazioni che tanti pedanti ignoranti ancora oggi ripetono dopo questa<br />
esplicita ammissione e dopo i discorsi dei Cicerone, degli Antonimi, degli Epitteto? A cosa<br />
serviranno queste eterne accuse di grossolano politeismo e di puerile idolatria, se non a convincerci<br />
che coloro che le muovono non hanno la minima conoscenza della vera antichità? Costoro hanno<br />
preso le fantasticherie di Omero per la dottrina dei saggi.<br />
È necessaria una testimonianza ancora più probante e chiara? La troverete nella lettera di Massimo<br />
di Madaura a sant’Agostino; entrambi erano filosofi e oratori, o, quanto meno, si piccavano di<br />
esserlo: si scrivevano liberamente; erano amici per quanto lo possono essere un uomo dell’antica<br />
religione e uno della nuova.<br />
Leggete la lettera di Massimo di Madaura, e la risposta del vescovo di Ippona.<br />
Lettera di Massimo di Madaura<br />
«Orbene, chi è tanto stupido e rozzo da dubitare che esista un Dio sovrano, privo di inizio, e che,<br />
senza aver generato nulla di simile a sé, sia nondimeno il padre comune di tutte le cose?<br />
«È colui di cui noi adoriamo sotto diversi nomi la potenza diffusa in tutte le parti del mondo.<br />
Pertanto, onorando separatamente, con culti di diverso tipo, ciò che ne costituisce quasi le diverse<br />
membra, noi l’adoriamo per intero… Che ci vengano conservati questi dèi subalterni, sotto il cui<br />
nome e tramite i quali tutti noi mortali che ci troviamo sulla terra adoriamo il padre comune degli<br />
dèi e degli uomini, attraverso diverse specie di culto, a dire il vero, ma che, nella loro varietà, si<br />
accordano e mirano solo allo stesso scopo!».<br />
Chi era l’autore di questa lettera? Un Numida, un uomo della regione di Algeri.<br />
127 Virgilio, Eneide, I, 254 (e XI, 725): «il padre degli uomini e degli dèi». Si veda la voce Politeismo.<br />
128 Il presunto Giove, nato a Creta, era solamente una favola storica, o poetica, come quella degli altri dèi. Jovis, in<br />
seguito Jupiter, era la traduzione della parola greca Zeus; e Zeus era la traduzione della parola fenicia Jehova. (Voltaire)<br />
Si veda la voce Ateismo, sez. I.<br />
129 Si veda la voce Dio.<br />
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