Trovatori e poeti, studi di lirica antica. Dolce stil nuovo - L'ultimo ...

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di Jaufré Rudel, quegli non sarebbe alleno dallo scor­
gere nel breve canzoniere nuli'altro che un jeu d'e­
sprit , un amore per rima senza fondamento reale ;
secondo 1' opinione che già espressa dallo Stengel il
Paris accettò per le quattro canzoni dell'amore lontano3),
e l'Appel sembra ora estendere a tutte.
Le ragioni ? Jaufré dichiara che non ha mai vista la
sua bella 4), che non la vedrà mai5), né mai ne sarà
amato 6) ; eppure la descrive come se la conoscesse,
4 gracile, fresca, dal corpo piacente » 7), ed ella sa del
suo amore. Sogna di venirle innanzi come pellegrino:
« Ah ch'io fossi là pellegrino, sì che il mio bordone ed
il saio fossero da' begli occhi di lei rimirati ! »8); del
marito non fa ricordo che una volta e senza segno di
gelosia '). Secondo l'Appel, anzi, Jaufré ammette che
altri possan godere l'amore di lei : « Ben è quegli nu­
trito di manna che alcuna cosa guadagna del suo amo­
re! » I0), ma in verità si tratta piuttosto di una velata
aspirazione personale, espressa in forma comunissima
nei canti d'amore u).
Anche si meraviglia l'Appel che in luogo di tener
segreto il suo amore secondo buona cavalleria, il poeta
parli ripetutamente di amica; e di cosselhadors che do­
vrebbero soccorrerlo : ma in realtà la partecipazione
di un confidente era pur nella lirica trovadorica con­
forme in tutto alle regole cortesi t2). Anche le osser­
vazioni precedenti sui luoghi ne' quali Jaufré si sarebbe
discostato dall'amor comune ai trovatori, non colgon
tutte nel segno. Che il marito, per esempio, sia ricor-