09.06.2013 Views

121228-sgorlon - Udine Cultura

121228-sgorlon - Udine Cultura

121228-sgorlon - Udine Cultura

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

112<br />

39 → cilindri 31 (la forma è ricondotta alla norma che prevede la vocale d’appoggio -i); drenti 5 → dentri 5 (questo di P, se<br />

non si vede male, è l’unico caso in Sgorlon di metatesi di r, tratto che pertiene il parlato o il registro popolare, mentre per<br />

il resto si documenta dentri); poi mico 46 → migo 38; smerilio 70 → smeriliadore 63, oppure, si interviene sul nome del<br />

protagonista Eliseo → Eliseu. Con lo stesso obiettivo di livellamento formale, alcune sostituzioni invadono sia forme particolari<br />

come atomobil 57 → automobil 50, sia altre scelte lessicali: disè bielplanchinin 37 → disè planchinin 29; Mancomâl<br />

49 → Mancul mâl 42 (sempre dal terreno del discorso diretto, si recupera da D: 207 un altro esempio d’uso di Manco mâl;<br />

nello stesso contesto O: 47 presenta Mancul mâl); crepecûr 50 → sclopecûr 43; nell’àmbito della selezione dei termini:<br />

fanâi ‘fanali’ (11 del treno, 12 delle auto e dei camion) → ferâi 3, 4 (ma in P ferâl è impiegato col diminutivo ferâlut 26 che<br />

indica il «fanale a petrolio» V: 26, con diversa pertinenza semantica rispetto all’uso di ‘fanâl’); tra 39 → jenfri 31 (entrambe<br />

le preposizioni sono usate in P); in curtîl 64 → tal curtîl 57; ancora, triciclo 61 (usato in alternativa a biroz 62) → biroç<br />

54; rulo 84 → rodul 78; di lusso 86 → di gale 80 (di gale si trova sia in D sia in O); vieli lagnôs 130 → vieli gnagôs 126; al<br />

tucâ su la puarte 40 → al pocâ la puarte 32; Che chel tipo se fos cjapade 51 → Che chel se fos cjapade 44; «Si metarìn<br />

d’acordo» 64 → «Si metarìn dacuardi» 57 (ancora un intervento nel terreno particolare della simulazione del dialogo). 10<br />

Se per il primo romanzo Sgorlon confessa l’influenza dell’esistenzialismo di Čechov e Cassola,<br />

per lo stile degli altri due bisogna menzionare, almeno, l’ideale patrocinio di García Márquez, di Borges<br />

e di Elsa Morante. In particolare, come rivela, la scrittrice diventa il modello per “il gusto di raccontare<br />

storie con sfondi lievemente favolosi, di creare atmosfere particolari e personaggi pieni di miti e illusioni,<br />

i quali tendono a trasformare la realtà in sogno,” 11 tutti aspetti condivisi da Il dolfìn e da Ombris<br />

tal infinît. Per comprendere poi la posizione di Prime di sere rispetto ai due romanzi seguenti, tornano<br />

utili alcune osservazioni critiche di Bruno Maier rivolte alla distanza tra Il vento nel vigneto e le opere<br />

successive. Lo studioso afferma:<br />

nei futuri romanzi [...] il Friuli sarà visto e rappresentato [...] in una dimensione non più esclusivamente realistica,<br />

ma insieme realistica e visionaria, mitica e fiabesca, e proprio perciò ben conveniente a uno scrittore non documentario,<br />

non storico, ma esistenziale. Nel Vento nel vigneto l’ambiente friulano è una realtà; più tardi diventerà una misura di<br />

umanità, un archetipo di esistenza, un paesaggio d’anima. 12<br />

Il dolfìn ha i caratteri di un romanzo di formazione ambientato in un’atmosfera fiabesca, a Tesis,<br />

una località friulana ai confini con le montagne. Il punto di vista della narrazione, che appartiene al protagonista,<br />

Faustìn – già da sé nome parlante, a indicare l’erede prescelto, appunto, il ‘delfino’ – 13 , viene<br />

espresso mediante una prosa densa di informazioni che servono allo stesso tempo a connotare e a<br />

sfumare eventi e situazioni avvolti nei misteri della vita. Il racconto è in prima persona, ma il linguaggio<br />

10 Si trascrivono in nota alcune varianti relative a V 1 rispetto a V; dall’insieme emerge un’operazione che elimina le note a pié<br />

di pagina di V e in qualche caso accorpa a testo le illustrazioni proposte in calce. Tali modifiche sembrano eliminare le forme<br />

avvertite come desuete per avvicinare la lingua del lettore contemporaneo (scegliendo elementi che non necessitano della<br />

mediazione della glossa). Si va da revisioni come daccordo V: 131 ricondotto sempre a d’accordo V 1 : 101 (d’altra parte V: 82<br />

presenta d’accordo); e ecceomini (V: 32) trascritto nella forma invariabile ecceomo (V: 24); a riscritture più interessanti sul<br />

piano della variazione lessicale: me l’asciugo V: 71 → me la cavo V 1 : 55 (e la nota in V glossa «me la sbrigo, me la cavo»); nella<br />

cuccuma V: 117 → nella napoletana V 1 : 92 (e V presenta la nota «Recipiente di rame, ormai antiquato, per preparare il caffè<br />

o altre bevande»); i lavori V: 145 → il cantiere V 1 : 111 (variante che non dipende dalla presenza di note in V); e infine cjavedâl<br />

(V: 164, un friulanismo segnalato dal corsivo e spiegato in nota) diventa “alare di ferro battuto” V 1 : 126 (che elimina il prestito<br />

e assimila la nota di V). Immediato l’interesse storico-documentario per parole abbandonate come cjavedâl e cuccuma.<br />

11 Inchiesta sulla narrativa..., cit., p. 193. Va da sé che Sgorlon è autore di Invito alla lettura di Elsa Morante, Milano, Mursia,<br />

1972.<br />

12 Bruno maier, op. cit., p. 22-23. Su questi aspetti pare importante segnalare elvio guagnini, Simbolismo, immaginazione e realtà<br />

in Carlo Sgorlon narratore, «Ce fastu?» 48-49 (1972-1973), p. 118-141.<br />

13 Si legga “No jerial un âtri segnâl de predilizion dal destìn viars di me, une âtre benevolence tai confronz di Faust, che ancje<br />

il so non al faseve pensâ a une sorte di specjâl?” D: 126.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!