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forme più precarie dell’effimero contemporaneo, finisce vittima di quel nichilismo verso il quale l’arte<br />
moderna corre pericolosamente incontro.” 23<br />
Nei romanzi di Sgorlon, come ne La foiba grande, trovano spazio anche le donne soldatesse,<br />
slave, che non hanno paura, che combattono come gli uomini, che partecipano alla Resistenza, che sono<br />
«attraenti e nello stesso tempo micidiali», 24 che utilizzano le armi seduttive per combattere il nemico.<br />
Altrettanto importante la donna friulana, dal carattere forte e volitivo, abituata alla sopportazione,<br />
alle fatiche, resiste come la terra cui appartiene.<br />
Ma la donna friulana, così cara a Sgorlon, perché rappresentante di quel Friuli da lui tanto amato<br />
e presenza costante nei suoi romanzi, è la donna ancestrale e antica, che proviene da luoghi remoti e<br />
misteriosi: così le vecchie di Fajet, nel Calderas, le donne friulane, le vecchie specialmente, assumono<br />
una dimensione mitica, metafora della “Gran Madre friulana”, rappresentano la civiltà contadina, così<br />
ben delineata nella straordinaria figura della sedonera, la Clautana (da Claut, il paese di provenienza)<br />
ne Gli dei torneranno (1977); la sedonera è la “venditrice nomade di oggetti di legno, cucchiai, mestoli,<br />
portauova, frullini, che gli uomini della sua valle fabbricavano durante l’inverno” che trasportava con<br />
la sua gerla sulle spalle, immersa in quella pensosità e silenzio che provenivano da un indistinto mondo<br />
lontano; 25 Simone, il protagonista, la descrive: “una donna sotterranea e aggrovigliata, abituata alla<br />
rinuncia e al sacrificio, ma anche capace di esplosioni improvvise, come un vulcano spento.” 26 Si veda<br />
anche l’emblematica figura di Margherita de Crignis, depositaria delle memorie familiari.<br />
Altre donne da ricordare sono Marta, nell’Armata dei fiumi perduti (1985), che ricopre il ruolo di<br />
domestica friulana, oppure Wilma, ne l’Alchimista, di mentalità pratica e realistica:<br />
Abramo venne un giorno dai Senales e portò a Wilma un servizio di bicchieri di cristallo. La donna ne fu così felice<br />
che fu sul punto di abbracciare l’effendi arabo. Lei, da vera friulana, non se la sentiva di buttar soldi in spese futili,<br />
ma era felicissima quando le facevano un regalo di quella natura. 27<br />
Solo alcuni degli esempi che attestano l’importanza che Carlo Sgorlon ha assegnato alla figura<br />
femminile, còlta nelle sue diverse sfaccettature, mutevole e mutante, friulana nell’animo, specchio in<br />
cui si riflettono culture diverse, legata agli archetipi della natura e in contatto con il mondo sovrannaturale,<br />
protettrice e messaggera della vera essenza della vita.<br />
23 Carlo Sgorlon, Il Regno dell’Uomo, dattiloscritto conservato nell’Archivio Sgorlon.<br />
24 id., La foiba grande, Milano, Oscar Mondadori, 2009, p. 102.<br />
25 id., Gli dei torneranno, Milano, Mondadori, 1977, p. 37.<br />
26 Ivi, p. 249.<br />
27 Carlo Sgorlon, L’Alchimista degli strati, cit., p. 192.<br />
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