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Secondo la leggenda del Vascello Fantasma 38 , che affonda le sue radici nel folclore nordico ed è<br />
stata codificata in alcuni testi ottocenteschi – fra i quali ricorderemo Aus den Memoiren des Herren von<br />
Schnabelewopski (1834) di Heinrich Heine e The Phantom Ship (1837) di Frederick Marryat – e nell’opera<br />
di Richard Wagner Der fliegende Holländer (1841), durante una tempesta un capitano olandese, blasfemo<br />
e forsennatamente superbo, avrebbe giurato di doppiare il capo Horn anche a costo di navigare<br />
per l’eternità: in seguito a quest’atto di hybris lui e la sua ciurma, trasformati in fantasmi su un veliero<br />
spettrale, sarebbero stati condannati a vagare senza fine per i mari, avvolti da un terrificante uragano.<br />
Altre versioni della storia affermano che l’Olandese avrebbe promesso l’anima al demonio per poter<br />
doppiare il capo fatale (in Heine, non è Dio a punire l’Olandese per la sua bestemmia ma il Diavolo a<br />
prenderlo in parola) 39 ; la sostanza non cambia: l’Olandese è uno dei grandi maledetti della letteratura ottocentesca,<br />
al pari dell’Ebreo Errante e di Don Giovanni, di Melmoth il Vagabondo, del Vecchio Marinaio<br />
e del Vampiro. Nel Trono di legno, Sgorlon ha costruito il personaggio del Danese attingendo parecchi<br />
elementi da questa tradizione, e da quelle parallele relative agli altri reietti del mito e della letteratura.<br />
La figura del Danese, marinaio «che ha navigato in tutti i mari del mondo» 40 , acquista, nei racconti degli<br />
anziani di Ontàns, contorni diabolici: «essi avevano cominciato a vedere nel Danese l’immagine stessa<br />
del Tentatore, e su di lui erano nate paurose leggende» 41 . Fra gli aneddoti corruschi che circolano sul<br />
misterioso lupo di mare, si sussurra ch’egli sia «un prete spretato, scappato da qualche convento, dopo<br />
aver rubato e incendiato» 42 : un po’ come il personaggio di Medardus nel romanzo gotico hoffmanniano<br />
Die Elixiere des Teufels (1815-1816). Ci sarebbe perfino un quadro sinistro che ne ritrae le fattezze, come<br />
accade in tanti racconti e romanzi dello stesso Ernst Theodor Amadeus Hoffmann e secondo un topos<br />
affermato che dal romanzo gotico – si pensi al quadro che sconvolge il vecchio Melmoth nelle prime<br />
pagine di Melmoth the Wanderer (1820) di Charles Robert Maturin 43 – arriva fino al racconto fantastico<br />
otto-novecentesco: «“Allora l’hai conosciuto...” “No. L’ho visto in un quadro che era stato fatto da un<br />
suo amico pittore. Me lo fece vedere il gastaldo della Contessa. Quella barba, quei denti... Mi vengono<br />
i brividi, solo a pensarci”» 44 . Un ritratto diabolico appare anche in Heine e, a più riprese, in Wagner 45 .<br />
L’aspetto e il comportamento del Danese, le facoltà abbastanza eccezionali di cui dà prova,<br />
non sono meno inquietanti e rimandano infallibilmente alla letteratura sul patto con il diavolo. Con dispetto<br />
e una punta di turbamento, Maddalena descrive a Giuliano «la risata del Danese» 46 , rumorosa<br />
38 Si vedano in proposito L. Stapper, P. Altena, M. Uyen, L’Olandese volante, in Eidem, Miti e personaggi della modernità.<br />
Dizionario di storia, letteratura, arte, musica e cinema, Milano, Bruno Mondadori, 1998, pp. 263-269, e M. Letourneux,<br />
Vaisseau fantôme (et Hollandais volant), in P. Brunel, J. Vion-Dury (a cura di), Dictionnaire des mythes du fantastique, Limoges,<br />
Presses Universitaires de Limoges, 2003, pp. 279-289. Non si parla invece dell’Olandese in altri, pur ottimi, dizionari tematici<br />
e dei personaggi: ad esempio P. Brunel (a cura di), Dictionnaire des mythes littéraires (1988), nuova edizione aumentata,<br />
Monaco, Editions du Rocher, 1994; F. Marenco (a cura di), Dizionario dei personaggi letterari, 3 voll., Torino, UTET, 2003; e R.<br />
Ceserani, M. Domenichelli, P. Fasano (a cura di), Dizionario dei temi letterari, 3 voll., Torino, UTET, 2007.<br />
39 Cfr. H. Heine, Schnabelewopski (Aus den Memoiren des Herren von Schnabelewopski, 1834), a cura di P. Chiarini, Venezia,<br />
Marsilio, 1991, p. 97: «Il diavolo l’ha preso in parola» (cfr. p. 96: «Der Teufel hat ihn beim Wort gefaßt»).<br />
40 C. Sgorlon, Il trono di legno, cit., p. 56.<br />
41 Ivi, p. 53.<br />
42 Ivi, p. 45.<br />
43 Cfr. C. R. Maturin, Melmoth the Wanderer (1820), a cura di D. Grant, introduzione di C. Baldick, Oxford-New York, Oxford<br />
University Press, 1989, pp. 18-19 (§ I, i).<br />
44 C. Sgorlon, Il trono di legno, cit., p. 45.<br />
45 Cfr. rispettivamente H. Heine, Schnabelewopski, cit., pp. 98-99, e R. Wagner, L’olandese volante (Der fliegende Holländer,<br />
1841), a cura di G. Manacorda, Firenze, Sansoni, 1974, vv. 274 sgg., 401, 412-413, e la didascalia che segue il v. 443. In<br />
Wagner il ritratto è addirittura «[a]bbominevole» («[a]bscheulich Bild», v. 351).<br />
46 C. Sgorlon, Il trono di legno, cit., p. 44.