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121228-sgorlon - Udine Cultura

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e sguaiata: il riso sarcastico e agghiacciante è uno dei contrassegni più sicuri del Maligno e dei suoi<br />

alter ego nella tradizione gotico-fantastica (e diabolicamente beffarda è la risata della ciurma spettrale<br />

nel Fliegende Holländer di Wagner) 47 . Il Danese sembra inoltre aver consuetudine con il fuoco, l’elemento<br />

infernale: «quando si pettinava faceva scricchiolare il pettine. [...] Faceva scoccare scintille più<br />

grosse di quelle degli zoccoli dei cavalli sulle pietre. Una vecchia mi giurò che il suo pettine era tutto<br />

bruciacchiato» 48 . E la «pelle cotta dal sole» 49 sarà davvero un retaggio della vita di mare? o non piuttosto<br />

il segno tangibile di un’occulta prossimità con le fiamme dell’inferno? (su questo punto Sgorlon<br />

sembra capovolgere deliberatamente la tradizione, che presentava l’Olandese come affetto dal pallore<br />

soprannaturale tipico di tanti revenants: Wagner lo chiama «der bleiche Mann» o «Seemann», Stéphane<br />

Mallarmé lo definisce «pâle») 50 . Ancora: stando alla testimonianza di un falegname che lo ha conosciuto,<br />

il Danese possiede una straordinaria facilità nell’imparare – o nell’inventare – le lingue:<br />

Aveva una facilità da non credere nell’apprendere le lingue e ne parlava parecchie, anche se lui non poteva dire<br />

se fossero vere e proprie lingue straniere, quelle che gli aveva sentito parlare, oppure invenzioni farsesche per impressionare<br />

i suoi ingenui ascoltatori, perché il Danese quanto a fantasia poteva dare dei punti anche al diavolo. 51<br />

Impossibile non registrare, in questa citazione, la presenza del «diavolo»; sarei tentato di imputarla<br />

ancora una volta alla tradizione letteraria. Un personaggio circondato da un’aura diabolica<br />

come il Conte di Monte-Cristo nell’omonimo romanzo di Alexandre Dumas (Le Comte de Monte-Cristo,<br />

1844-1846) e l’esplicitamente satanico Woland nel Maestro e Margherita (pubblicato nel 1966-<br />

1967) di Mikhail Bulgakov parlano tutte le lingue senza accento; modello di entrambi i personaggi è<br />

quel Conte di Saint-Germain che nella credenza popolare avrebbe attraversato i secoli, indenne dallo<br />

scorrere del tempo, accumulando nella sua esistenza pluricentenaria una prodigiosa somma di conoscenze<br />

52 .<br />

Ma veniamo all’inesauribile patrimonio del personaggio <strong>sgorlon</strong>iano: «Dalla Danimarca, o da<br />

chissà dove, [il Danese] era arrivato carico di quattrini. Distribuiva mance a tutti, nelle osterie e nelle<br />

botteghe, e aveva sempre grossi conti da pagare per le infinite cose che comprava» 53 . In letteratura<br />

come nella realtà, ogni ricchezza favolosa di cui non si conosca l’origine diventa sospetta; ma in letteratura<br />

il diavolo ci mette quasi sempre lo zampino... Sul denaro del Danese fioriscono le spiegazioni<br />

più inverosimili:<br />

Molti si domandavano da dove venissero i soldi del Danese. Erano d’accordo soltanto nel ritenere che non era<br />

possibile fossero denari puliti. Il marinaio era certo un ladro, o almeno un contrabbandiere. Forse si era arricchito tra-<br />

47 Cfr. R. Wagner, L’olandese volante, cit., la didascalia che segue il v. 716: «L’equipaggio dell’olandeSe [...] lancia uno stridente<br />

riso beffardo» («Die Mannschaft des HolländerS [...] schlägt ein gellendes Hohngelächter auf»).<br />

48 C. Sgorlon, Il trono di legno, cit., p. 44.<br />

49 Ivi, p. 51.<br />

50 Cfr. rispettivamente R. Wagner, L’olandese volante, cit., vv. 272, 308, 314, 329, 332, 429, 444; e S. Mallarmé, Au seul souci de<br />

voyager (1898), in Idem, Œuvres, a cura di Y.-A. Favre, Paris, Garnier, 1992, p. 76, vv. 13-14: «Par son chant reflété jusqu’au /<br />

sourire du pâle Vasco» (l’esploratore portoghese Vasco da Gama, che Mallarmé identifica con l’Olandese).<br />

51 C. Sgorlon, Il trono di legno, cit., p. 51.<br />

52 Sulla figura del Conte di Saint-Germain cfr. A. Viatte, Les sources occultes du Romantisme. Illuminisme, théosophie. 1770-<br />

1820 (1928), 2 voll., Paris, Honoré Champion, 1965, che lo presenta come il modello per eccellenza di un altro personaggio<br />

diabolico, immortale ed errante: Cagliostro (cfr. in particolare ivi, vol. I, p. 202: Saint-Germain è l’«exemple [...] illustre [qui]<br />

traçait d’avance à Cagliostro le programme de sa carrière»).<br />

53 C. Sgorlon, Il trono di legno, cit., p. 52.<br />

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