SCRITTI - Franco Battiato Archive
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filosofica e terminologica, quella occidentale. E che<br />
caratteristica di questa è l'essersi costruita intorno<br />
all'idea di inizio.<br />
Sì (forse tutte le culture lo hanno fatto, ma noi ci<br />
occupiamo di quella occidentale). Effettivamente<br />
la nostra cultura è basata sul concetto di inizio. Il<br />
problema è che noi non solo 'traiamo' certezze, ma<br />
abbiamo anche certezze logiche. Il nostro sistema<br />
solare è quello che io definisco l'orizzonte teorico,<br />
da cui si può effettivamente anticipare (La morte<br />
del sole, Adelphi, 1982). Cioè, noi abbiamo con l'inizio<br />
un rapporto di contemporaneità. Per altro verso<br />
anche tra la fine e noi vi può essere un rapporto<br />
di contemporaneità: purché noi facciamo quella<br />
che Kant chiamava un' 'anticipazione della percezione'.<br />
E ci regoliamo fin d'adesso sulla sua base.<br />
Cioè, perché mai di un dio che ha creato il mondo<br />
ex-nihilo, o di un inizio in illo tempore noi facciamo<br />
culto, attorno ci accasiamo, abbiamo fatto unità<br />
attorno all'inizio. E in un momento in cui vediamo<br />
profilarsi più chiaramente la fine di tutto questo,<br />
non riusciamo ad accasarci attorno all'idea di fine -<br />
non all'idea di fine individuale, ma di fine cosmica<br />
- cioè non riusciamo ad avere il senso (che ci dev'essere<br />
dato, fin dall'inizio effettivo e produttivo,<br />
non una misera trovata, anche se la scienza ce lo<br />
mostra, come può), non riusciamo ad avere l'anticipazione<br />
della contemporaneità, il sentimento<br />
della contemporaneità. Questo potrebbe avere un<br />
rilievo quasi simile a quel sentimento di con-