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dallo Stato cof delitti, chc ne. fbno le funeft* confeguenze.
I Fer ottenere xneglta un tilc effetro , è bene ,
che per una parte s'inftuuifcano délie cafe di carita
, neUe quali inchiudcrvl i veri poveri, valc a .dire ,
quel 11 , chc per Petà , o le malauie non polTono guadagnarfi
la fulîiflenza col tnavagilîo ; e per Paîtra fi
proibifca , che alcuno non vadi più accartando peç
le ftrade. Senza tin raie efpediente è difficile di arjœftare
ftabilmeftte Poziofiti,. giacche conie arrivant
a conofcerfi , fe fil mendicante > che ci fi afFaccia lu
la (Irada ë un v*ro povero , che deve efïere un oggetto
déifia noftra carirà'^ o pure uno feioperato , il
quale non mendica che per oziofità, che rapifee il
pane ai veri poveri , c che per eonfèguenza deve
efTere un oggetto délia noftra indegnazione ? IL mantenimento
di que (le cafe di carità non farebbe di
alcun carîco allô Stato, giacchè fe le elemofine giornaliere
baftano oggi aria fuffiftenza dei veri poveri,
e oltre a cio anche degli impoftori, che fi lingonp
tali, bafterebbero certamente al mantenimento di
quelle cafe , nelle quali non vi fàrebbe ricetto a tali
impoftori , e non è in alcun modo da dubitarfi, che
i ledeli non facefifero aile medeûme le ftefte elemofine
, che ora vanno facendo agli accattoni, che loro
fi afFacciano : e tanro più volontieri, che cosi primieramenre
eviterebbero il rifchio di elTere ingannati,-
nutrendo uno feioperato , e un oziofb in vece
di un vero povero v in fecondo luogo al merito
dcll' opéra di mifericordia corporale , aggiungerebbero
quella dcll' opéra di mifericordia fpirituale , cooperando
alVëducazione erïfHana , che i poverr ricevo»
no in quefti pii afili. Tali afili, ove foffero ben-