39EX.3LAIVENA 3DÏÎMORTE

ingrandimento non pofïbno guarl occuparû* Intôrno
ail' inrerna félicita. Ora ciô fi è principalmenre ve-
Tificato nellà RepubbHca Romana ,
Se fi confidera qtiell' impero efterior mente, cioc
nella rapidirà délie fue conquirte , e nella eftcnfione
de* fuoi Dotninj , non fi puô négare, che eflb
fia un" oggetto di ammirazione $ e di flupore , ma
iè fi pénétra con occhio iilofbiico nel fuo inrerno,
ceffà toflo ogni maravigiia, né fi puo a meno
di non deplorare l'inavvertenza di ranti uom'ni grandi
, che abbiano riguirdato un Popolo cosi mal governato
corne un __modelIo in ogni génère nella condorta
, e nel regolamentô degli Stati * e fi puo mol»
to benc paragonarlo a que* vafïi, e fuperbi Spedali,
che nel le granJi Città promettono al di fuori una Rcg-
§ria, c che ail' incontro non contengono , che oggetri di
compaflione , e idi raccapriccio . In fatti da qualunquc
parte i\ volga nella Repubblica Romana, non fi trova,
checonfufione , e diibrdine . Si vede un popolaccio in»
•docile , imprudente , e temerario confondere inceftanrcmente
la libertà colla licenza ; fi vede Ja tribunizia
podeflà impugnare perpetuamente Timpero confolare ,
e afifliggere la Repubblica con continue fedizioni ;
fi veggono le Provincie abbandonare alla rapacità de'
Prop recori, e de' Proconfbli, che le fàccheggiavano »
c che le recavano più d mno di quello \ che le porefTero
cagionare i più crudelî ne m ici \- G veggono
lc'arti di pace, colle quali fi fbfliene l'umione interna
de' Cittadini f trafeurare, c rifguardate corne
occupazioni da fchiavo ; in fbmma fi vede uno Stato,
che non ha avuto altro feopo, che di eflenderfi
al di fuori, fenza cercare a renderfi felice nelP interno.
Niun' aitro Popolo in fatti è fiato interna-
\