39EX.3LAIVENA 3DÏÎMORTE

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N^ioni il Potere Sovrano porta feco il dîrirto di
panire di' morte alcuni colpevoli, fegue , ch'egli
ha approvaro eziandio un fimilc diritro.
Ne II provire il contrario mi « oppongano i
due celebri efempi, va le a dire, il divieto , che
fêce Criïlo a S. Pietro dî non fervirfi giammai in
avvenire délia (pada , e la liberazione délia Donna
adultéra , poichè la rifpofta % prontiffima . & Pietro
non era Magiftmo: egli avea impugnato il fera»
fènza alcun* ordine y di propria autorità , e per un
selo mal* intefb, il che non ë permeiïb. E rapporto
alla Donna adultéra , è da avvertirfi, ch* ella
non era flata condannata dal Magiflrato iegittimo,
ficcome efigeva la legge • Se lo foire flata, fenza_
dubbio Crifto non le avrebbe rimefla la pena, ficcome
non la rimiie al Ladro rivolto a penitenza >
fcbbene gli rimettcflTe la colpa .
I Se e proibito a un Giudice Crifliano di met*,
rere a morte I colpevoli , perché quel H, i qaali
ammifèro al Battefimo Sergio • Paolo Proprerore dell*
Ifbla dî Ci pto , non lo efortarono ad • abbandonare
il fuo impïego ? ( t ) Perché S. Paolo giuftiticandofi
innanzi ai TribunaJe di Fcflo parlo in una guifà.
a confermare tutto il Mondo*» che il diritto di
morte non era punto meno permeflTo dopo la pub*
blicazione délia nova alleanza di quello, che le
fbilè avanti ? „ Se io ho danneggiaro altri „ difTe
egli in raie occafione „ e fc ho comme (Ta cofà de*
„ gna di morte, non ricufb di morire „±i ) AU
( % ) un. xxrfitt, |