39EX.3LAIVENA 3DÏÎMORTE

tecipare del bene d'tina fbcietà a porzioni eguali, fcnza
volcrvi contribuire del ptQprio con egual proporzione »
Diamo tuttavîà per comune ne' Ibcj quefto fteiïb ingiufto
dcfiderio , non perciô farà prefumibile la difuguaglianza
: una si facta prefun&ione farebbe alla..
fine prefumere ogni ibcio difbbbligato dal contribuirc
del proprio alla fbcietà , e quefta prefunzione diflruggerebbe
la fbcietà ftcfta ; data la prefunzione in fatti
a mifura di queflo cosi ingiuflodefidcrio, nefTuno avrebbe
afTentito al quantunque menomo fàgritîcio del la—
propria libertà, o fè pure avefle^afTcntiro aile porzioni
minime, non avrebbe afTentito aile quantité necef^
fàrie : il più forte , od il * più fàgace attenterebbe
alla vita aitrui, od aile altrui migliori fbftanze , fèn*
sa timoré d'un' adequata punizione , anzi fènza in*
correre in qualunque , benchè menoma pena : cosi
è i ove la prefunzione fi voglia dedurre dalla potfibile
ingiuftizîa dei contraenti ; laddove farà a'
termini del contrarro , ove fi voglia mifurarne , ed
interprétarfte la voloncà dei contraenti dalla giuftizia
, e da cio , che abbiano ragione vol mente voluto
.
Ma yoi avete gui bravamenre dedotto la voftra
quiflione a pura controverfia di fatto , ad efàminare
cioc fè la Pena di Morte fia poi neceifaria a rrateenere
gli uomini dagli enormi deiitti, ed avete an*
chc avvertito, che dai voflri Avvcrfàrj fi accorda la
necciïità délia ftefta Pena di Morte in alcuni cafi «
La morte di quai che Cittadino , dice a le u no , divien necejfaria
, qtiando la Nazione récupéra la Jua libertà . Io
non sb veramente , quale fia il Cittadino comemplaro
dair Aurore , s6 bene, che non pub efïère alcuno di
quelH, tonrro i çuali yoi foftenece la Pena di MOT-,