39EX.3LAIVENA 3DÏÎMORTE

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varlof'che'i Cittadini Romani fi trovavano in circo>flanze
dcl tutto diverie dalle noftre . Il diritto di cittadinanza
appo loro era un aggregato de? più anapi
privilegi t era per cosi dire il diritto délia Sovranità
univerfale v Ora pare , chc l'interdetto del fuoco,
c dell* acqua , mcdiante il quale fi venivano a perdere
tanti privilegi, e per cui û pafTava dali* efTer
tutto ail* efTere n i en te , : poichè realmcnte fipuô dire,
che non foiTe niente nel Mondo chi non era Cirtadîn
Homano , pare io dia>'£'dhe un taie interdetto dovefTe
efTere un morivo abbaftanza reprimenre . Se
dunque non lo fu, fc la mancanza délia Fena di
Morre fu cotanto perniciofà alla Repubblica , è chiaro,
che 10 fàrebbe afTai più ai noftri Stati-', poichè
è chiaro, che noi ci troviamo in cîrcoftanze afFarto
diverfè. E in fatti ai tempi di Cefàre, allorchè perdutafi
la libertà, c glî ampi privilegi, che a quella
erano annefli, l'interdetto del fuoco, e dell; acqua—
venne ad efTere diniuna, o poca forza fbpra l'animo
de' Cittadini, e quefti fi trovavano in circoflanze
a un di preflTo fimili aile noftre , la Legge Porcia
andô in difulb, corne lo ha moftrato l'erudito Sigonio
. Quefta Legge non fu poûtivamente abrogatà",
giacchè fi voleva: confervare l'apparenza délia liber-
•rà , ma fè ne elufè la forza per me2Zo délia fèrvïcù
déliât pena ( i ), forte di finzione di diritto . Allorchè
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( i ) Si quis fuerit capite damnatus * vel ad beftias >
vel ad g i ad iu m .,. vel aiiam fanam , qua vitam adimit,
tefiamentum ejus irritum ifiet, non tune cum confumptus eft,
fed cum fententiam -pajfus 'A/h : nam firvus pœnee effîcftur .
lia Paul lus in L. 6. ff. de injufr, rupevitrit. faft» cefta-