39EX.3LAIVENA 3DÏÎMORTE

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délia Pena di Morte f ma a àiifura , che fi andàroJ
xio a.vvicinando alla coltura, l'addottarono , coficchô
In fine û è vedura generalmente Habilita • ( r ) Se
Pefèmpio di quefti FopoH folle valevolc a fare , che
fi aboli (Te la Pena di Morte, altri potrebbe cziandio
ibftenere, che fi debbono punirc in que/la guifà ruui
i più piccioli delirti, giacchè lo fteilb Srrabone ci
affleura, .che i PopoH a quefti limitron* aveano nia
si crudele iftituzionc.
Diodoro parlando di Sabacone Re d'Egitto, dice
ch'egli cambiô la Pena di Morte in quel la délie opère
pubbliche. ( % ) Ora ci û oppone anche un rai efèmpio,
e quefto fembra realmente » che' abbia qualchc
ïbrza , giacchè l'Egitto non era abitato da' Popoli
barbari, corne erano quelli , dei quali ora abbiam
parlato, e quel ch'ê più, la pena, che que(lo Principe
ioftitui alla Morte, è appunto la fleila , corne
ognuno vede propofta dagli avverfarj . Ma • ficcome
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• • •' !• !• Il l • — — — — — — • — . I i i l ri i • • il il • i • « —«,
I ( ' ) Quefio ci confia fegnatamente delta Gréera ;
\î I mftri Padri aveano flabilito ne 1 tempi antiebi , (dice
Euripide Oreft. V. 511. ) „ cbe cbiunque avejfe lor date U
„ mani nelP altrui fatigue y non fi prefentaffe più agit ocebi
,,' di aJcnno nel paefe • ISefigUo era la pena , ebe a lui
„ iimponeva, 9 non era permejjo di togliergli U vit a ,
WM 1 * Coffre egW'Vavevay tc4ta al défunt0 » Vi ba luogo a cre é
ri'dere, ( dide TucldJdedebeJi. PeloponnVlib. III. $.45. )
[$£'f&* altre votte- i f&t gran âelitti j~ojfero> punrti cen pêne
„ affai leggiete * Ma corne elleno facevano poca ' hnprejjh*
» ne , fe ne aumentb col tempo il rigore} coficebè la morte
» fit il fnppUcio il plu comme •
( % ) Lib, L cap* 65.^ I