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quel tempo precettori a dell'Ordine Gerosolimitano. Tra questi spicca il nome di Niccolò Caetani di Sermoneta, il quale nel 1570 eresse "dalle fondamenta", come si legge in un'epigrafe ancora in loco, il 'Palazzo dell ' abate' . Haseloff,4 negli anni Venti del secolo, in una pionieristica opera sull'architettura sveva in Italia meridionale, fu il primo a trattare brevemente di Torre Alemanna datandola tra XIV e XV secolo. Ironia della sorte lo studioso, pur rendendo noto il monumento, ne ipotecava il destino critico escludendolo da un ambito svevo o proto-angioino. Ma la prova lampante per un'anticipazione rispetto alla datazione proposta è l'esistenza non di "resti", come scriveva Haseloff nel 1920, bensì di un intero ciclo di affreschi, per quanto ora frammentario, venuto alla luce alla fine degli anni Ottanta nel corso di un intervento di restauro dell' edificio. 5 La decorazione pittorica, come si vedrà in dettaglio più avanti, è databile non oltre la fine del Duecento e contestuale a una seconda fase di utilizzo della fabbrica, fornendo un imprescindibile termine ante quem per la sua edificazione. La tradizionale assegnazione all'ordine dei Cavalieri Teutonici, la cui memoria si è tramandata nei secoli attr'averso la denominazione, appunto, di Torre Alemanna, è stata confermata dalla storiografia sull' argomento, riproponendo la datazione 'tarda' ipotizzata da Haseloff: 6 nonostante i documenti segnalassero il XIII secolo, e in particolare gli anni di regno di Federico II, come il momento in cui l'Ordine Teutonico raggiunse nel territorio compreso tra Ascoli Satriano, Corneto e Cerignola la sua maggiore importanza. Emerge, da tale rarefatto contesto critico, il breve accenno che ne fa von Holst riconoscendola come un tipico esempio dell'edilizia insediativa 4 A. HASELOFF, Architettura sveva in Italia meridionale, Bari 1992 (la ed. 1920), p. 380-381. 5 Si veda G. LA NOTIE, I lavori di restauro di Torre Alemanna, in A. VENTURA, S. SPERA, G. LA NOTIE, Torre Alemanna tra passato e presente, op. cit., p. 59-63. 6 Si vedano: B. SCHUMACHER, Sulla storia della balia di Puglia dell'Ordine Teutonico, in "Archivio storico pugliese", 7, 1954, p. 10-23: p. 14; K. FORSTREUTER, Per la storia del baliato dell 'Ordine Teutonico in Puglia, in Studi di storia pugliese in onore di Giuseppe Chiarelli, Galatina 1972, I, p. 591-606: p. 593; K. WrEsER, Gli inizi dell'Ordine Teutonico in Puglia, in "Archivio storico pugliese", 26, 1973, p. 475-483: p. 480. 12
Torre Alemanna alla fine del ' 600 (da A. Ventura, Il patrimonio dell'abbazia di S. Leonardo di Siponto, Foggia, 1978) dell'Ordine, consistente in una torre-residenza cintata.? Leistikow 8 avanza l'ipotesi che Torre Alemanna possa rappresentare l'unico esempio superstite, in Capitanata, delle numerose domus - o palacia - riferibili all'imperatore svevo. Tuttavia lo studioso non fa alcun riferimento a quella "domus domini imperatoris que est marestalla extra Cornetum non longe a fonte" citata in calce alla lista dei beni revocati da Federico II all'Ordine Teutonico in Cometo nel Quaternus de excadenciis et revocatis Capitinate de mandato imperialis Friderici secundi,9 sorta di 7 Cfr. N. VON HOLST, Der deutsche· Ritterorden und seine Bauten von Jerusalem bis Sevilla, von Thom bis Narwa, Berlin 1981, p. 56. 8 D. LEISTIKOW, Burgen und SchlOsser in der Capitanata im 13. Jahrhundert. Ein Uberblich, in "Bonner Jahrbucher", 171, 1971, p. 416-441: p. 428. 9 Si veda la recente edizione a cura di G. DE TROIA in Foggia e la Capitanata nel Quatemus excadenciarum di Federico Il di Svevia, Fasano 1994, in particolare, p. 142- 145. Un 'casale' agricolo è documentato a Cometum già alla fine del secolo XII, ma non esistono prove che esso possa coincidere topograficamente con il successivo insediamento dei Cavalieri Teutonici. Si veda R. LICINIO, Castelli medievali. Puglia e Basilicata: dai Normanni a Federico Il e Carlo 1 d'Angiò, Bari 1994, p. 113. 13
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