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Alta qualità - Città di Cerignola

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annesse grangie agricole cedute nella seconda metà del secolo restituiscono<br />

una 'geografia' dell'Or<strong>di</strong>ne Teutonico in Puglia - frutto senza dubbio<br />

anche della recente sottomissione e obbe<strong>di</strong>enza al pontefice - che fu<br />

<strong>di</strong>retta conseguenza <strong>di</strong> un'ine<strong>di</strong>ta posizione <strong>di</strong> equi<strong>di</strong>stanza dell'Or<strong>di</strong>ne<br />

tra Impero e Papato.<br />

In un tale contesto, il possesso <strong>di</strong> un centro produttivo dell' importanza<br />

<strong>di</strong> Torre Alemanna rivestì un ruolo <strong>di</strong> primo piano nelle trattative dei<br />

Teutonici per ottenere da papa Alessandro IV la vicina abbazia <strong>di</strong> San<br />

Leonardo <strong>di</strong> Siponto, già affidata ai Canonici Regolari <strong>di</strong> S. Agostino. La<br />

decadenza dell'abbazia, iniziata negli anni Quaranta del Duecento e protrattasi<br />

per quasi due decenni, toccava la sua fase più acuta quando, con<br />

Bolla del 22 novembre 1260, il pontefice la concesse all'Or<strong>di</strong>ne Teutonico<br />

nella persona del komtur <strong>di</strong> Puglia Baldovino. Questi, il 13 gennaio dell'anno<br />

successivo, ne prese possesso con altri cinque suoi confratelli. 32<br />

La ricca domus <strong>di</strong> Corneto contribuì <strong>di</strong> frequente con i suoi proventi<br />

a garantire la sopravvivenza <strong>di</strong> S. Leonardo durante il Me<strong>di</strong>oevo, e ulteriore<br />

prova che l'inse<strong>di</strong>amento teutonico si identificasse allora con Torre<br />

Alemanna è fornita in<strong>di</strong>rettamente dal fatto che il feudo così denominato<br />

compare nelle proprietà <strong>di</strong> S. Leonardo <strong>di</strong> Siponto nei secoli successivi.<br />

Il passaggio dalla <strong>di</strong>nastia sveva a quella angioina segnò un periodo<br />

<strong>di</strong> notevole turbolenza nei territori del Regnum: gli Angiò operarono una<br />

politica <strong>di</strong> infeudamento territoriale a favore della nobiltà francese, 33<br />

mantenendo il più possibile intatta l'efficiente struttura amministrativa<br />

messa a punto da Federico II e da questi costantemente controllata attraverso<br />

l'apparato burocratico. Non fu impresa facile acquisire e rendere<br />

funzionale un sistema così sofisticato, imposto alle comunità locali e ai<br />

gran<strong>di</strong> feudatari laici o religiosi tra cui i Cavalieri Teutonici che ricoprivano<br />

un ruolo privilegiato. La necessità degli Angioini <strong>di</strong> avere l'appoggio<br />

<strong>di</strong> questi in Italia meri<strong>di</strong>onale, e i rapporti preferenziali tra la casa<br />

regnante e la Curia romana, fecero sì che i Cavalieri Teutonici trovassero<br />

nel pontefice un referente sensibile alle loro richieste presso i sovrani<br />

francesi: questi riservarono sempre ai cavalieri un trattamento <strong>di</strong> favore,<br />

concedendo loro privilegi, donazioni e, in alcuni casi, protezione.<br />

32 Cfr. MASTROBUONI, San Leonardo <strong>di</strong> Siponto, op. cit., p. 58 e WIESER, Gli inizi<br />

dell'Or<strong>di</strong>ne, op. cit., p. 481-482.<br />

33 Sui "barones ultramontani", si veda R. LICINIO, I perio<strong>di</strong> angioino e aragonese,<br />

in Storia della Puglia, Bari 1979, I, p. 277-298; IDEM, Castelli me<strong>di</strong>evali, op. cit., p. 197-<br />

205.<br />

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