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Alta qualità - Città di Cerignola

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pittura contemporanea. 114 La stu<strong>di</strong>osa non ha tenuto, inoltre, nel debito<br />

conto l'intuitivo collegamento tra la località <strong>di</strong> provenienza del pittore del<br />

Giu<strong>di</strong>zio e la presenza degli stemmi degli Angiò <strong>di</strong> Taranto nel vicino<br />

Lignum vitae, né tanto meno le affinità formali tra alcune figure <strong>di</strong> quest'ultimo,<br />

ad esempio gli angeli e i profeti che fiancheggiano l'albero, e<br />

quelle parti del Giu<strong>di</strong>zio già in<strong>di</strong>viduate dalla stessa Calò Mariani come<br />

pertinenti a una <strong>di</strong>versa mano rispetto a quella del maestro principale ed<br />

esenti dalla sua cultura spiccatamente 'bizantina' <strong>di</strong> matrice adriatica. 115<br />

Si propone qui una soluzione <strong>di</strong>versa che vede l'aiuto <strong>di</strong> Rinaldo<br />

eseguire l'Albero della croce in un momento imme<strong>di</strong>atamente successivo<br />

al Giu<strong>di</strong>zio, non oltre il primo decennio del secolo. Lo schema iconografico<br />

adottato a S. Maria del Casale trasferisce i clipei con i personaggi a<br />

mezzo busto fuori dall'immagine arborea, su due fasce laterali, mentre<br />

all'estremità dei do<strong>di</strong>ci rami si pongono angeli - come a S. Silvestro a<br />

Tuscania - e profeti a figura intera.<br />

Sempre a Brin<strong>di</strong>si, ma nella fondazione francescana urbana <strong>di</strong> S.<br />

Paolo,116 il Lignum vitae ritorna nella sua posizione canonica sulla parete<br />

settentrionale del presbiterio, in un contesto architettonico coerente <strong>di</strong><br />

matrice men<strong>di</strong>cante a navata unica coperta a capriate e coro quadrato.<br />

L'e<strong>di</strong>ficio sorse per volontà <strong>di</strong> Carlo II che nel 1284 donò ai Frati Minori<br />

l'area da e<strong>di</strong>ficare, ma la chiesa e l'annesso convento sarebbero stati<br />

terminati solo nel 1322, probabilmente grazie ad un ulteriore finanziamento<br />

<strong>di</strong> re Roberto.<br />

Si ripete quin<strong>di</strong> il connubio tra una <strong>di</strong>retta committenza angioina e la<br />

scelta del tema iconografico dell'affresco nel quale la Guglielmi in<strong>di</strong>viduava,<br />

convincentemente, una contiguità stilistica con quello della chiesa<br />

<strong>di</strong> S. Maria del Casale, da valutare considerando anche le precarie con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> conservazione in cui verte il <strong>di</strong>pinto brin<strong>di</strong>sino, sopravvissuto<br />

114 Si ricor<strong>di</strong>no le presenze a Napoli, durante il regno angioino, <strong>di</strong> pittori quali<br />

Montano d'Arezzo, documentato a Napoli tra il l305 e il l311 quando è nominato tra<br />

i 'familiari' <strong>di</strong> Carlo II, Cavallini chiamato dallo stesso sovrano nel l308 e Giotto,<br />

documentato già in città nel l328 e nel l330 anch'esso 'familiare' dell'allora regnante<br />

Roberto il Saggio. Si veda sull'argomento il sempre valido stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> F. BOLOGNA, I<br />

pittori alla corte angioina, op. cito<br />

115 Ivi, p.60.<br />

116 Si veda il recente contributo <strong>di</strong> M. GUGLIELMI, Gli affreschi del XIII e XIV, op.<br />

cit., p.124-146, la quale sostiene una contiguità stilistica tra il Lignum vitae <strong>di</strong> S. Maria<br />

del Casale e quello del S. Paolo <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si.<br />

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