Alta qualità - Città di Cerignola
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urbani della regione,97 fissate in atteggiamento rigidamente frontale e<br />
gesti stereotipati. A Torre Alemanna esse hanno perso gli attributi specifici<br />
e caratterizzanti, come la tipica cuffia <strong>di</strong> santa Lucia e le vesti ricche <strong>di</strong><br />
ornamenti sempre <strong>di</strong>versi, per essere serializzate, omologate iconograficamente,<br />
tutte con la corona e la veste con i bor<strong>di</strong> gemmati. Pur piegati<br />
ad un rigido or<strong>di</strong>ne compositivo, i busti muliebri guadagnano, impercettibilmente,<br />
in naturalezza e verosimiglianza.<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista prettamente formale, esse sono modulate su un' esecuzione<br />
corsiva della fisionomia <strong>di</strong>segnata con una sottile pennellata nera<br />
e modellata con leggere ombre verdastre; assenti le guizzanti lumeggiature<br />
bianche o le sottolineature espressive <strong>di</strong> matrice orientale, mentre i<br />
nasi si accorciano e si allargano alle narici, privando i volti della tipica<br />
sigla camusa. Lo stesso vale per i clipei con i santi, i quali insieme alla<br />
mitria e alla tiara acquisiscono fisionomie 'occidentali': si amplia lo squadro<br />
dei volti colmando l'incavo delle guance e accorciando le barbe.<br />
Nel vasto panorama della pittura rupestre <strong>di</strong> Puglia è possibile avanzare<br />
un confronto con gli affreschi della cripta <strong>di</strong> S. Nicola a Mottola,98<br />
dove i volti femminili tondeggianti - costruiti con ombreggiature appena<br />
accennate ai margini, ma soprattutto negli occhi che si allungano con una<br />
linea sottile dalla palpebra superiore, e nel naso dalle narici carnose -<br />
ricordano da vicino le sante <strong>di</strong> Torre Alemanna; mentre il fregio <strong>di</strong> vergini<br />
sagge, con il capo velato entro clipei concatenati99 che corre in un sot-<br />
97 Si segnalano, tra i tanti, oltre alle più simili delle cripte <strong>di</strong> Melfi, le sante<br />
Margherita e Parasceve <strong>di</strong> Mottola, gli affreschi staccati <strong>di</strong> Gravina (Museo Pomarici),<br />
la santa Lucia <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si, la santa Ciriaca del Mater Domini <strong>di</strong> Laterza, i santi della<br />
chiesa <strong>di</strong> Monte d'Elio presso Foggia, <strong>di</strong> Sannicandro Garganico, della cripta della<br />
Candelora a Massafra. Per un panorama sulla pittura pugliese del Duecento si vedano<br />
D'ANGELO, Archeologia e inse<strong>di</strong>amenti rupestri, op. cit.; PACE, La pittura delle origini,<br />
op. cit.; FALLA CASTELFRANCHI, Pittura monumentale bizantina, op. cit. , e bibliografia.<br />
98 Sul San Nicola <strong>di</strong> Mottola, che secondo Pace (La pittura delle origini in Puglia,<br />
op. cit., p. 340-342) "ha tutti i titoli per essere assunto a para<strong>di</strong>gma delle <strong>di</strong>fficoltà<br />
all'in<strong>di</strong>viduazione cronologica <strong>di</strong> un monumento", si veda il tentativo <strong>di</strong> inquadramento<br />
culturale <strong>di</strong> N. LAVERMICOCCA, Il programma decorativo del santuario rupestre <strong>di</strong> San<br />
Nicola <strong>di</strong> Mottola, in Il passaggio dal dominio bizantino allo stato normanno nell'Italia<br />
meri<strong>di</strong>onale. Atti del II convegno internazionale <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulla civiltà rupestre me<strong>di</strong>oevale<br />
nel Mezzogiorno d 'Italia, Taranto 1977, p. 291-337.<br />
99 Il motivo, frequente in tutta la pittura me<strong>di</strong>oevale italiana, in particolare del<br />
Duecento, si trova in Puglia anche nella chiesa <strong>di</strong> S. Mauro a Gallipoli con busti <strong>di</strong><br />
profeti <strong>di</strong> fattura spiccatamente orientale, e nelle fasce laterali al Lignum vitae <strong>di</strong> S.<br />
Maria del Casale presso Brin<strong>di</strong>si.<br />
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