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Alta qualità - Città di Cerignola

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4. n Lignum vitae nella pittura gotica pugliese<br />

In Puglia le raffigurazioni del Lignum vitae, costituiscono un fenomeno<br />

omogeneo all'interno <strong>di</strong> quello più vasto che si può denominare a<br />

'schema semplice' o 'primo gruppo', il quale <strong>di</strong>mostra una fortuna costante<br />

durante tutto il Trecento tra le regioni centrali e quelle nordorientali<br />

della Penisola. 105 Ad una sostanziale uniformità iconografica corrisponde<br />

una comunità, se non <strong>di</strong> stile, <strong>di</strong> linguaggio figurativo tale da ipotizzame<br />

l'esecuzione in un giro <strong>di</strong> anni relativamente breve.<br />

A ciò si aggiunge la costante collocazione, nelle chiese pugliesi,<br />

dell'Albero della croce sulla parete settentrionale del presbiterio, come a<br />

Torre Alemanna, nella chiesa francescana <strong>di</strong> S. Paolo a Brin<strong>di</strong>si 106 e in<br />

quella dell'antica abbazia benedettina <strong>di</strong> S. Leo a Bitonto; mentre a S.<br />

Maria del Casale (Brin<strong>di</strong>si) l'immagine è posta al centro della parete<br />

sinistra della navata, in posizione <strong>di</strong> maggiore evidenza rispetto alla testata<br />

del transetto e potentemente illuminata dai raggi solari filtrati dal<br />

rosone <strong>di</strong> facciata.<br />

San Bonaventura scrive a proposito del Cristo crocifisso: "Tutto questo<br />

corrisponde al frutto originato dal grembo verginale e giunto a saporosa<br />

maturità sull'albero della croce tramite il calore meri<strong>di</strong>ano del Sole eterno,<br />

cioè la carità <strong>di</strong> Cristo (Lignum vitae, Prologus, 3): a Torre Alemanna<br />

il sole, proveniente dalla finestra orientata a mezzogiorno, invade con i<br />

105 Lo schema standard prevede che il tema <strong>di</strong> ogni singola me<strong>di</strong>tazione sia scritto<br />

sui 'rami' dell'Albero, spesso intervallati da ton<strong>di</strong> anch'essi contenenti passi dell'opera<br />

e busti <strong>di</strong> profeti con i cartigli spiegati. Si ricordano quello <strong>di</strong> Taddeo Gad<strong>di</strong> nel refettorio<br />

<strong>di</strong> S. Croce a Firenze, quello <strong>di</strong> Antonio Vite nella sala capitolare del S. Francesco <strong>di</strong><br />

Pistoia; in ambito giottesco gli esempi dell'abbazia <strong>di</strong> Sesto al Reghena (Gorizia), del<br />

Capitolo del Santo a Padova e del S. Francesco <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne. Databile non oltre il secondo<br />

decennio del sec. XIV è quello della chiesa <strong>di</strong> S. Giovenale a Orvieto, così come quello<br />

della chiesa <strong>di</strong> S. Silvestro a Tuscania. Si <strong>di</strong>stinguono da questo primo gruppo, la<br />

tavoletta realizzata da Pacino <strong>di</strong> Bonaguida per il convento delle Clarisse <strong>di</strong> Monticelli<br />

(Firenze, Galleria dell' Acc;ademia) nel primo decennio del Trecento e l'affresco eseguito<br />

nel 1347 nel transetto meri<strong>di</strong>onale <strong>di</strong> S. Maria Maggiore a Bergamo: in questi ultimi due<br />

casi viene privilegiato, viceversa, l'aspetto figurativo a scapito <strong>di</strong> quello scritto, e gli<br />

episo<strong>di</strong> cristologici citati nel testo vengono rappresentati iIi altrettanti medaglioni (Pacino<br />

ne <strong>di</strong>pinge correttamente ben 48!).<br />

106 Cfr. M. R. GUGLIELMI, Contributo alla storia dell'arte in Puglia: la chiesa <strong>di</strong><br />

San Paolo a Brin<strong>di</strong>si, tesi <strong>di</strong> laurea, Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bari, a.a. 1984-85; IDEM,<br />

Gli affreschi del XIII e XIV secolo nelle chiese del centro storico <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si, Brin<strong>di</strong>si<br />

1993, p. 126-127.<br />

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