Alta qualità - Città di Cerignola

sottili pennellate di bianco su fondo rosso - motivo che si ritrova simile
sulle corone delle sante dipinte sulla parete opposta - prese in prestito dal
lessico ornamentale diffuso nella pittura del Duecento e che tenderà a
scomparire con il maturarsi della cultura figurativa del nuovo secolo; ma
che è già raro alla fine del Duecento, soppiantato dal nuovo naturalismo
gotico che si appropria di motivi decorativi classicheggianti 'romani'.
Come vedremo nel dettaglio, gli affreschi sono improntati a una
sostanziale omogeneità stilistica, che non esclude tuttavia l'intervento di
due mani, le quali collaborano 'gomito a gomito'. Una certa differenza
qualitativa emerge infatti in particolare nel modo di trattare i panneggi,
tra le storie della Passione e il pannello con il Lignum vitae oltre che in
alcune figure degli apostoli sulla parete orientale del vano.
Ma prova inconfutabile della contemporaneità, o comunque dell'esecuzione
ad opera della stessa bottega, tra le varie parti del ciclo è fornita
dal modo identico riscontrato nei volti superstiti di rendere la ruga che
solca la fronte, con un semplice segno dipinto tramite una sottile pennellata
di terra rossa che al centro crea una depressione 'a occhiello'. È
evidente qui il mutamento avvenuto, in chiave grafica e semplificata,
rispetto all' 'espressionismo' bizantino dal quale simili sigle esecutive
derivano, perdendone il valore luministico e 'drammatico' che rimarrà,
invece, proprio dei manierismi della pittura di più diretta ascendenza
orientale.
Per quanto riguarda i velaria, benché siano una soluzione ampiamente
diffusa anche in Puglia, essi rivelano qui un'inedita attenzione alla resa
volumetrica delle pieghe, in modo tale da sortire un notevole effetto
illusionistico. Nell'alternanza dei motivi ornamentali rossi e neri si trovano,
invece, forti similitudini con fregi decorativi presenti altrove nella
regione, come ad esempio nella cripta di S. Maria degli Angeli a Poggiardo
(Lecce).
Merita una particolare attenzione, a tale proposito, la decorazione a
riquadri - che imitano rozzamente le specchiature a finto marmo - che
riveste la superficie interna dell' armarium ricavato in spessore di muro
nella parete del Lignum vitae: poiché, oltre a rivelare il medesimo lessico
decorativo giocato sulla bicromia rosso-nero dei velaria, trova un confronto
palmare con la decorazione che affianca l'icona musiva di santa
Venerdia (o Parasceve) nella chiesa rupestre delle Sette Lampade a Mottola,
nell' entroterra tarantino.
Anche le sante martiri dei soprastanti tondi derivano senza dubbio
dalle innumerevoli raffigurazioni iconiche sparse nei santuari rupestri e
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