Alta qualità - Città di Cerignola

Nicola sono raffigurati papa Leone I (S. LEO PP) e un santo con la mitria,
forse un vescovo (tav. II), col volto giovanile incorniciato da una corta
barba castana (S ... P ... ).
Il quinto santo, di cui si scorge appena - causa l'ampia caduta d'intonaco
- la fisionomia canuta e le due code del copricapo che sfiorano
le spalle, non è più identificabile; totalmente perduta è, poi, l'immagine
inclusa nel sesto clipeo centrale, tranne forse un frammento dipinto della
dalmatica. Nell' alternanza rosso-verde (si trattava in origine di blu), il
clipeo a fondo rosso sembra essere riservato ai ritratti papali: scelta forse
non esente da connotati simbolici. Se così fosse, anche il sesto personaggio
dovrebbe essere un pontefice.
Il fregio clipeato girava anche sulla contigua parete orientale, conservando
la medesima alternanza tra un santo vescovo e un pontefice. La
teoria papale, ordinata cronologicamente in senso antiorario, non appare
comunque completa: bensì frutto di una selezione di certo non casuale,
e funzionale a un programma figurativo finalizzato alla doppia esaltazione
del papato e forse delle tradizioni della chiesa locale.
Probabilmente un omaggio dovuto dell'Ordine alla Chiesa Romana,
rispetto alla quale si voleva ribadire una volta per tutte la completa subordinazione,
esprimendo contemporaneamente, benché indirettamente,
l'allineamento dei Cavalieri Teutonici alla politica guelfa della regnante
dinastia angioina. La soluzione iconografica rivela infatti immediatamente
il suo carattere 'romano',76 riproponendo una tipologia che affonda le
radici nella tradizione decorativa delle maggiori basiliche dell'Urbe.
Sulla parete meridionale il motivo continua con cinque busti muliebri,
facilmente riconoscibili come sante martiri per gli attributi della palma e
della corona e per il gesto della mano con il palmo rivolto verso l'osservatore,
a testimonianza di fede e purezza. Anche l'abbigliamento sontuoso
76 C. D'ANGELA (Archeologia ed insediamenti rupestri medievali, in La Pugliafra
Bisanzio e l'Occidente, Milano 1980, p. 45-116) notando l'inconsueta presenza dell'immagine
di papa Urbano V nelle chiese rupestri di S. Antonio abate a Massafra, di S. Vito
Vecchio di Gravina, di S. Francesco di Irsinia e nella chiesa subdiale di S. Caterina di
Casaranello, cui si aggiungono il dipinto con san Pietro e Leone Magno a Mottola, la
spiega "con i tentat!vi di unione tra la Chiesa d'Occidente e quella d'Oriente .. . in un
contesto che era stato pervicacemente aderente alla tradizione bizantina" (p. 115). Appare
evidente, al contrario, che Torre Alemanna si configura come un monumento
assolutamente occidentale, anche nelle scelte decorative, inserito in un contesto territoriale,
quale la Capitanata, altrettanto immune dalla cultura marcatamente orientale del
resto della Puglia.
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