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Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

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SEDUTA DI<br />

APERTURA<br />

154<br />

SECONDA<br />

SEDUTA<br />

Bruno Solaroli<br />

ANPI Imola (BO)<br />

TERZA<br />

SEDUTA<br />

QUARTA<br />

SEDUTA<br />

QUINTA<br />

SEDUTA<br />

SESTA<br />

SEDUTA<br />

Compagni e compagne,<br />

convengo con i contenuti fondamentali e la ricchezza della nostra<br />

impostazione e discussione congressuale. In particolar modo con il passaggio<br />

del documento congressuale in cui si afferma che “l’ANPI è<br />

l’autorità morale che rappresenta e interpreta i valori di libertà, di<br />

democrazia, di eguaglianza, di dignità tipici, propri dell’antifascismo e<br />

della Resistenza e sanciti dalla Costituzione repubblicana”.<br />

Il compito che dobbiamo affrontare è urgente, alto, difficile. Quindi<br />

il problema non è tanto discutere del merito, perché mi pare che ci sia<br />

larga condivisione, quanto – come faceva notare il delegato che mi ha<br />

preceduto – il modo e la maniera di attuare questi grandi obiettivi, fornire<br />

risposte, mettere in campo un grande disegno. Occorre fare attenzione<br />

– è stato ripetuto più volte – a non proporci come sostitutivi di<br />

altri soggetti politici e sociali. Mi pare, infatti, di cogliere una tendenza,<br />

di fronte all’oggettiva difficoltà della situazione dei partiti e di altri<br />

soggetti sociali fondamentali, a cercare nell’ANPI una sponda alternativa.<br />

Non è il nostro ruolo, né d’altra parte siamo in grado di svolgerlo.<br />

Però dobbiamo essere in campo, far sentire la nostra voce, partecipare,<br />

stimolare per promuovere un movimento il più vasto possibile, per<br />

costruire – come diceva Carlo Smuraglia – un sentire comune non solo<br />

fra noi ma nel Paese.<br />

Voglio esprimere una preoccupazione che, per qualche tratto, ho sentito<br />

manifestarsi nel dibattito. Una riguarda l’autonomia dell’ANPI: è<br />

giusta, ma attenzione a non confonderla con l’isolamento, la chiusura,<br />

l’inclinazione a considerarsi l’unico soggetto in grado e in dovere di dare<br />

risposte ai gravi problemi del Paese. Da soli non bastiamo, non ce la facciamo.<br />

Serve un movimento ampio per la difesa e l’attuazione della<br />

Costituzione, adeguato alle sfide da affrontare. Se la nostra base programmatica<br />

è la Carta fondamentale, essa è patrimonio della nazione, di<br />

tutti. E noi dobbiamo allargare il quadro delle forze da impegnare.<br />

Il declino economico e sociale del Paese è tale da imporre l’arduo e<br />

difficile obiettivo di una svolta, con la creazione e l’avvio di un nuovo<br />

modello di sviluppo, di un nuovo modello sociale. In una condizione<br />

nella quale aumentano i bisogni e si riducono le risorse disponibili, il<br />

discorso è ulteriormente complicato dal degrado etico e morale. E non<br />

c’è solo il comportamento vergognoso e insopportabile del presidente<br />

del Consiglio. C’è uno scadimento complessivo della vita politica e

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