Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

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SEDUTA DI APERTURA SECONDA SEDUTA TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA federalismo di cui non c’è traccia nella Costituzione; sull’indebolimento della scuola quale veicolo di diffusione dei saperi e riduzione delle disuguaglianze. Sul tema della collaborazione con gli enti locali amministrati dalla destra vi è stato un intenso dibattito che ha avanzato anche delle riserve per le quali questo <strong>Congresso</strong> avrà certamente la capacità di fornire univoca e risolutiva risposta. La nuova stagione dell’ANPI si va manifestando nei lavori congressuali. Ascoltiamo l’esposizione di una pluralità di proposte, di argomenti molto importanti e impegnativi. Però, in proposito, mi domando – se l’Associazione si dovrà occupare di ambiente, sanità, lavoro e tutte le altre tematiche enunciate in questa sala – verso quali prospettive si avvia un’ANPI così generalista. Credo necessario, invece, individuare pochi obiettivi e ragionare sulle azioni che portano al conseguimento di qualche risultato. Sappiamo bene che le nostre risorse sono scarse e che gli eventi incombono continuamente. Dobbiamo dispiegare le nostre energie in poche fondamentali tematiche: penso all’Unità nazionale, a interventi mirati per l’applicazione in senso sostanziale della Costituzione, all’antifascismo militante di cui spesso si è parlato con grande entusiasmo in sala. In questo contesto dobbiamo avvalerci degli strumenti a disposizione, compreso il nostro giornale Patria indipendente, riflettendo in maniera intelligente su come diffonderlo con una buona campagna abbonamenti. La saggezza, la lungimiranza e la fiducia che ci sono stati concessi per essere qui oggi non dovranno essere deluse. La responsabilità che i Partigiani ci affidano è grande. L’ANPI che generosamente ci stanno affidando potrà mutare per rispondere alle esigenze delle nuove fasi storiche ma dovrà rimanere – sempre e comunque – l’ANPI della Resistenza e dell’antifascismo; l’ANPI per la Costituzione; l’ANPI per la democrazia e la libertà degli italiani. Vi ringrazio. Antonio Conte ANPI Benevento Ho partecipato – come molti di voi – a tanti Congressi e non ho mai ascoltato con l’entusiasmo dell’altroieri la sintetica relazione della Commissione Verifica Poteri, perché non era una elencazione statistico-burocratica, ma conteneva un significato straordinario proiettato verso un programma politico di lunga durata. Sentire, infatti, che l’ANPI oggi è presente in tutte le province d’Italia – nei 150 anni 197
SEDUTA DI APERTURA SECONDA SEDUTA TERZA SEDUTA QUARTA SEDUTA QUINTA SEDUTA SESTA SEDUTA dall’Unità – per me significa enunciare un programma di azione, di intervento e finalmente di contributo alla realizzazione in prospettiva, nei tempi della storia, del nuovo Risorgimento, di cui questo Paese e la stessa Europa hanno bisogno. Abbiamo analizzato poco nel dibattito un concetto: quello della Resistenza come secondo Risorgimento. Di qui il dovere, quasi morale, dell’approccio critico, se è vero che fare memoria significa fare storia. Il secondo Risorgimento, che molti vorrebbero negare, è invece il fondamento da cui ripartire per il nuovo Risorgimento, di cui la difesa della Costituzione e la ricomposizione del Paese appaiono i tratti decisivi, politicamente e storicamente giustificati. Vengo da Benevento, una delle tante Province del meridione dove l’ANPI non esisteva. Oggi che ha cominciato a esistere, perché le nostre assemblee sono state così partecipate? Perché sono intervenuti giovani, militanti di partiti democratici e tanti che non si riconoscono in nessun partito. È una grande questione riecheggiata qui. Certo, non siamo un partito, ma non basta neanche il richiamo alla coscienza critica. Intendo affermare – anche se tutto è da costruire partendo dalla qualità e dalla consistenza evidente dell'immenso lavoro finora svolto – che l'ANPI è chiamato a essere soggetto politico e strumento di iniziativa, presenza, coinvolgimento e interlocuzione non estemporanea con le istituzioni, i soggetti sociali, le associazioni e con ampi settori sociali, culturali, politici della nostra società. Per svolgere questa funzione non sono ammissibili arroganza o presunzione, bensì una disponibilità che deriva dalla convinzione forte che siamo in una nuova stagione della storia, dove il nostro ruolo può costituirsi come “utilità” complessiva. Spero si comprenda che non si tratta di proclamazione ambiziosa fine a sé stessa. Le potenzialità richiamate sono legate alla storia e all’analisi del presente. In particolare, con riferimento alla condizione generale delle nostre realtà meridionali. Benevento è stato troppo a lungo un luogo del trasformismo politico, di cui la versione mastelliana è solo l'esempio più recente e noto. La nostra città è stata una enclave del papa prima dell’Unità, l’ultima a liberarsi dopo sette secoli dal dominio pontificio per iniziativa dei patrioti. Poi, dopo la Seconda guerra mondiale, ha sopportato una forte presenza monarchico-fascista, come molte realtà del Mezzogiorno. Oggi vogliamo e dobbiamo contribuire alle trasformazioni radicali che si impongono. E qui, da Benevento, il tema dell’Europa giunga non come enunciazione generica. L’antifascismo, la democrazia conquistata con la lotta nelle regioni europee – riscoperti con la forza della sto- 198
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