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Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi

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SEDUTA DI<br />

APERTURA<br />

162<br />

SECONDA<br />

SEDUTA<br />

TERZA<br />

SEDUTA<br />

QUARTA<br />

SEDUTA<br />

QUINTA<br />

SEDUTA<br />

SESTA<br />

SEDUTA<br />

rievoca, col suo carico di dolore, le tante contraddizioni di un’Italia che<br />

fu, ed è ancora, troppo ambigua e non degna dei suoi figli migliori. Gli<br />

eroi, però, con la potenza del loro esempio, ci hanno proiettato, e continuano<br />

a farlo, verso un futuro di speranza e di alti ideali. L’ANPI è lì<br />

a ricordare a tutti gli italiani – anche a quelli di scarsa memoria – che<br />

la nostra Costituzione è stata scritta da tanti uomini e tante donne fucilati,<br />

torturati, impiccati, caduti davanti agli innumerevoli cippi di cui<br />

sono disseminate le nostre città e i nostri paesi.<br />

Il suo articolo più bello è lo splendido Art. 3, che racchiude in sé<br />

tutta l’umanità della Carta: quello che nel secondo comma esalta l’uguaglianza<br />

giuridica trasformandola in un dovere assoluto dello Stato e<br />

dei suoi poteri. Da quell’articolo è nato il Servizio Sanitario <strong>Nazionale</strong>,<br />

lo stato sociale, il diritto allo studio e la nostra scuola pubblica, tra le<br />

più apprezzate al mondo. Sono tutti concetti semplici eppure, con la<br />

straordinaria forza innovatrice, cambiarono il volto del nostro Paese,<br />

verso una direzione di giustizia e solidarietà scelta dal popolo italiano<br />

rinato dalla Resistenza.<br />

Qualcuno però, soprattutto tra i politici e i legislatori, oggi finge di<br />

dimenticare, di non capire. Un esempio: la riforma dell’università e la<br />

cosiddetta legge Gelmini. Gli atenei e i loro rettori, troppo spesso compiacenti,<br />

stanno riscrivendo tutti gli statuti aprendo definitivamente i<br />

consigli d’amministrazione ai privati, alle banche, alle fondazioni, ai<br />

potentati economici. I privati decideranno le sorti della nostra ricerca,<br />

della nostra didattica; diventeranno i grandi finanziatori di carriere e<br />

strategie e padroni assoluti delle scelte prese dal sistema universitario<br />

pubblico italiano. Hanno snaturato l’autonomia e il ruolo del mondo<br />

accademico e questo è contro la Costituzione. Come se non bastasse si<br />

tagliano le borse di studio, si licenziano in massa i precari, si tolgono i<br />

soldi non solo all’università ma a ogni livello e grado della scuola<br />

pubblica. Tutto questo, però, dicendo di amare la Costituzione e i suoi<br />

articoli.<br />

C’è poi il mondo del lavoro, con gli operai costretti a salire sui tetti<br />

a urlare la loro disperazione, con quel collegato che tra mille emendamenti<br />

e mille ripensamenti impone una logica di scambio tra tutele giurisdizionali<br />

e un più conciliante arbitrato.<br />

La nostra Costituzione va difesa. Da tempo avevo un’idea, una di<br />

quelle che pensi sempre che qualcuno prima o poi la realizzerà. Poi, di<br />

fronte al crescente degrado, ho raggiunto la consapevolezza che qualcosa<br />

andava fatto subito e, grazie all’insostituibile ed efficace aiuto<br />

dell’ANPI di Bologna, ho pensato di aprire una Sezione nell’ateneo

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