Atti 15° Congresso Nazionale - Anpi
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SEDUTA DI<br />
APERTURA<br />
SECONDA<br />
SEDUTA<br />
TERZA<br />
SEDUTA<br />
QUARTA<br />
SEDUTA<br />
QUINTA<br />
SEDUTA<br />
SESTA<br />
SEDUTA<br />
Vi fornisco un dato: all’inaugurazione dell’anno giudiziario il<br />
Procuratore Giuseppe Pignatone ha parlato di una società calabrese<br />
dove buona parte della popolazione, se non è proprio collusa, convive<br />
tranquillamente con la presenza della ’ndrangheta. Operiamo quindi in<br />
un’area dove – per dirlo con le parole di una nota antropologa – la cultura<br />
del clientelismo è giunta a configurarsi come una socializzazione<br />
di massa alla pratica dell’illegalità. So perfettamente che non tutto è<br />
così, che non tutto è perduto e che tali fenomeni degenerativi da tempo<br />
non riguardano più solo il sud ma si possono rintracciare in tutto il<br />
Paese. Non per questo ci possiamo permettere di abbassare la guardia.<br />
Accade che la politica, oggi, in buona parte, è fatta solo da chi se lo<br />
può permettere. Dalle nostre parti tanti giovani vivono una forma di<br />
sudditanza verso il ceto politico, in attesa di qualche cooptazione che<br />
prima o poi per qualcuno potrebbe arrivare. In questo contesto difficile,<br />
nel luglio 2010, si è costituita formalmente l’ANPI di Catanzaro.<br />
Per essere una piccola realtà – sebbene riconosciuta e apprezzata dalla<br />
cittadinanza e dalle forze politiche, sociali e sindacali – abbiamo messo<br />
in campo decine di iniziative con la partecipazione di tanti giovani e<br />
giovanissimi (in qualche caso accompagnati dai genitori!). Oggi che la<br />
partecipazione alle strutture politiche tradizionali è in forte crisi l’ANPI<br />
costituisce un punto di riferimento, anche per richieste che spesso<br />
vanno ben oltre i nostri compiti e le nostre possibilità.<br />
Si percepisce il rischio di considerare l’ANPI il luogo dove si risolvono<br />
i fallimenti della sinistra, una sorta di camera di compensazione<br />
per frustrazioni accumulate altrove. Lo ripeto in ogni occasione utile,<br />
non siamo e non saremo mai una sorta di centro di recupero per intossicati<br />
della politica e insoddisfatti dei partiti. Vogliamo essere una<br />
comunità di donne e uomini liberi, di ogni età, che non intendono indietreggiare<br />
di un solo millimetro nella difesa della Costituzione, della<br />
legalità, della moralità, dell’etica. E per questo non servono nuove<br />
leggi. Proprio qualche giorno fa, in occasione della Giornata nazionale<br />
in ricordo delle vittime di tutte le mafie, organizzata da Libera, don<br />
Luigi Ciotti ha ribadito in maniera forte e determinata che la migliore<br />
legge antimafia c’è già: è la nostra Costituzione, da difendere e in tante<br />
parti ancora da attuare. Non c’è bisogno di nessuna nuova legge antimafia<br />
per risolvere i problemi del sud. Discutere di cambiare la nostra<br />
Costituzione significa prestare il fianco a ipotetiche leggi “epocali”,<br />
piuttosto conosciute con il nome di leggi “porcate” sulla giustizia.<br />
Vogliamo essere un’ANPI che non si limita a contemplare il passato<br />
o a rimpiangere i bei tempi andati. Occorre una precisazione. Nella<br />
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