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Sara Pagliano ALIA VERITATIS NORMA - Lettere e Filosofia ...

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nulla». Quello che qui si enuncia sarà ciò che nell’Etica è espresso nell’assioma IV<br />

della prima parte: «la conoscenza dell’effetto dipende dalla conoscenza della causa e la<br />

implica». Tale assioma, come spiega Gueroult, trae dal punto di vista gnoseologico la<br />

conseguenza del principio di causa enunciato nell’assioma III sul piano ontologico 134 :<br />

«da una data causa determinata segue necessariamente un effetto e, al contrario, se non<br />

si dà alcuna causa determinata è impossibile che segua un effetto». Viene così<br />

introdotto il principio della possibilità della conoscenza. Il principio di causa è<br />

universalmente valido pur prendendo forme differenti: Dio causa unica interna di tutte<br />

le cose e di se stesso 135 (Natura naturans) e la serie delle cause esterne 136 (Natura<br />

naturata). Nessuna conoscenza è dunque possibile se non come conoscenza delle causa<br />

(scire per causas). Se il rapporto che intercorre tra le cose finite è quello della<br />

determinazione causale, alla cui fonte c’è l’azione causale della sostanza, la conoscenza<br />

di ogni effetto singolo sarà concepibile solo attraverso la conoscenza della causa prima,<br />

della quale le cause singole sono effetti. Ed è per questo che la conoscenza di Dio è il<br />

fondamento della conoscenza di terzo genere 137 . Se Dio è inaccessibile, tutto è<br />

inaccessibile 138 . Subordinando la conoscenza delle cose a quella delle loro cause,<br />

l’assioma IV impone così la conformità dell’ordine delle idee a quello delle cause e<br />

dunque il parallelismo enunciato nella proposizione 7 del Libro II, e dimostrato infatti<br />

attraverso quest’unico assioma 139 . Tale parallelismo, fondato sulla causa unica 140 , è allo<br />

stesso tempo proposto al sapere umano come un dictamen rationis 141 , ed è per questo<br />

che la mente tanto meglio comprende se stessa quanto più intende la Natura ed allo<br />

stesso tempo tanto più il metodo sarà perfetto, e perfettissimo sarà quello che si<br />

rivolgerà alla conoscenza dell’Ente supremo.<br />

134 Cfr. M. Gueroult, Spinoza (Ethique I), cit., p. 95: «L’Axiome 4 tire, au point de vue gnoséologique, la<br />

conséquence du principe énoncé par l’Axiome 3 sur le plan ontologique».<br />

135 Cfr. E, I, pr. 18: «Dio è causa immanente, e non transeunte, di tutte le cose».<br />

136 Cfr. E, I, pr. 28: «Ogni cosa singolare,ossia qualunque cosa che è finita e ha una determinata esistenza,<br />

non può essere né essere determinata ad esistere e ad agire da un’altra causa che è anche finita e ha una<br />

determinata esistenza: e anche questa causa non può a sua volta esistere e né essere determinata ad agire<br />

se non sia determinata ad esistere e ad agire da un’altra causa che è anch’essa finita e ha una determinata<br />

esistenza, e così all’infinito».<br />

137 Cfr. E, II, pr. 47: «La mente umana ha una conoscenza adeguata dell’essenza eterna e infinita di Dio».<br />

E lo scolio: «Da qui vediamo che l’infinita essenza di Dio e la sua eternità sono note a tutti. Poiché d’altra<br />

parte, tutte le cose sono in Dio e sono concepite per mezzo di Dio, segue che da questa conoscenza<br />

possiamo dedurre moltissime cose che conosceremo adeguatamente, e formare così quel terzo genere di<br />

conoscenza».<br />

138 Cfr. M. Gueroult, Spinoza (Ethique I), cit., p. 404: «En tirant de l’incompréhensibilité de Dieu la<br />

fausseté nécessaire de toute science humaine, Spinoza développe avec une rigueur implacable les<br />

conséquences extremes de son opposition avec Descartes. Si, en effet, l’infini est, non sulement<br />

l’intellegible, mais le principe de la science vraie des choses finies, frapper l’infini d’incompréhensibilité,<br />

c’est en frapper tout le reste, y compris les choses finies. […] Ainsi se trouve entièrement renversée la<br />

position cartésienne: l’infini devient le pôle de la clarté, de la distinction, de la comprénsibilité: il n’y a<br />

d’idée vraies que dans et par l’infini. Le fini devient le pôle de l’obscur et du confus, de<br />

l’incompréhensible».<br />

139 Cfr. E, II, pr. 7: «L’ordine e la connessione delle idee è lo stesso che l’ordine e la connessione delle<br />

cose. Dimostrazione. Risulta chiara dall’Ass. 4 p. I. Infatti l’idea di ciascun causato dipende dalla<br />

conoscenza della causa di cui è effetto».<br />

140 Cfr. E, II, pr. 7, cor. : «Ne segue che la potenza di pensare di Dio è uguale alla sua attuale potenza di<br />

agire. Cioè che tutto ciò che segue formalmente dall’infinita natura di Dio segue anche oggettivamente in<br />

Dio, con lo stesso ordine e con la stessa connessione».<br />

141 Cfr. M. Gueroult, Spinoza (Ethique I), cit., p. 96: «Ce parellèlisme qui règne universellement sur les<br />

choses et qu’aperçoit actuellement tout entendement pur, infini ou fini, est en même temps implicitament<br />

proposé au savoir humain comme un dictatem rationis: tout homme doit conformer l’ordre de ses idées a<br />

celui des causes ou des choses».<br />

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