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Sara Pagliano ALIA VERITATIS NORMA - Lettere e Filosofia ...

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cerchiamo, vogliamo, appetiamo, né desideriamo qualcosa perché riteniamo che sia buona, ma<br />

al contrario «noi giudichiamo buona qualcosa perché la cerchiamo, la vogliamo, la appetiamo e<br />

la desideriamo», e con un conatus indefinito conformiamo tutto al nostro utile, perché di tutto<br />

abbiamo bisogno 348 . Molteplici nel corpo e nella mente, parte composta di infinite parti, mai in<br />

noi e presso di noi ma instancabilmente e necessariamente votati a in alio esse et per aliud<br />

concipi 349 , siamo soggetti alle passioni perché «non esiste alcuna cosa singolare della quale non<br />

ne esista un’altra più potente e più forte» 350 . E così «in balia della fortuna» 351 perseveriamo, e,<br />

infinitamente superati dalle cause esterne, patiamo, immaginiamo e confusamente, come<br />

possiamo, ci difendiamo.<br />

Così è secondo<br />

Le fluttuazioni dell’animo che nascono dalla composizione dei tre affetti primitivi. Da cui<br />

appare che noi siamo agitati dalle cause esterne in molti modi e che, come le onde del mare,<br />

agitate da venti contrari, fluttuiamo, inconsapevoli della nostra sorte e del destino 352 .<br />

Perché l’Affetto, che è passione dell’animo, è «un’idea confusa», e la «Mente è passiva<br />

soltanto in quanto ha idee inadeguate, ossia confuse» 353 .<br />

Per risolvere tale confusione e passione in adeguatezza ed azione non basta un metodo «col<br />

quale noi possiamo dirigere e coordinare le nostre percezioni chiare e distinte» così che il nostro<br />

intelletto non sia esposto al caso, come il nostro corpo. Infatti:<br />

Debbo ancora avvertirvi che per tutto questo è necessaria un’assidua meditazione e<br />

un’intenzione e un proposito fermamente costanti; e per ottenere questi è indispensabile<br />

prestabilirsi un determinato tenore di vita e precostituirsi un chiaro scopo 354 .<br />

Se la parte che comprende ci rende eterni, tuttavia non smettiamo mai d’essere «idea del<br />

corpo» in atto, immersa nei corpi e nelle idee, mancante dei corpi e delle idee, inadeguata e<br />

peritura. E «se la salvezza fosse a portata di mano e potesse esser trovata senza grande fatica»,<br />

semplicemente riordinando le nostre idee in un ordine adeguato, non verrebbe certo trascurata<br />

da tutti. «Ma tutte le cose eccellenti sono tanto difficili quanto rare» 355 .<br />

Il rigore che l’alia veritatis norma impone ai nostri occhi chiede molto di più che una semplice<br />

esposizione sintetica di una verità analitica.<br />

Quanto siamo disposti a vedere le cose come si trattasse di una «questione di linee e<br />

superfici»? Quanto queste benefiche «dimostrazioni» sono «gli occhi dell’anima» e non<br />

semplicemente «cet air mathématique qui rebute les gens» 356 ? A quale proiezione geometrica<br />

dobbiamo sottoporre il nostro comune ordine quotidiano per ottenere questa Géométrie<br />

métaphysique?<br />

Mi domandate, poi quali siano gli errori da me rilevati nella filosofia di Cartesio e di<br />

Bacone. Anche in ciò voglio assecondare il vostro desiderio, benché non sia mia abitudine<br />

di scoprire i difetti altrui. Il primo, dunque, e il più grande è quello d’essersi troppo<br />

allontanati dalla conoscenza della prima causa e dell’origine di tutte le cose. Il secondo,<br />

quello di non aver conosciuto la vera natura della mente umana. Il terzo, di non aver mai<br />

individuato la vera causa dell’errore: tre cose, delle quali soltanto chi non ha alcun<br />

interesse speculativo non capisce quanto sia necessaria una vera conoscenza 357 .<br />

Proviamo a seguire queste regole di proiezione.<br />

348 Cfr E, II, Postulati 1, 3, 4.<br />

349 Cfr. E, I, def. 5.<br />

350 E, IV, ax.<br />

351 E, IV, pref.<br />

352 E, III, pr. 59, sch. (corsivo mio).<br />

353 E, III, Definizione generale degli afffetti, spiegazione.<br />

354 Ep. 37.<br />

355 E, V, pr. 42.<br />

356 G.W. Leibniz, Die philosophischen Schriften, cit., vol. 3, Leibniz an Burnett, p. 302<br />

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