Sara Pagliano ALIA VERITATIS NORMA - Lettere e Filosofia ...
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come se lentamente si cercasse di torcerla per trovare una compatibilità all’interno di<br />
quell’ordine, e per non spezzare né l’uno né l’altro.<br />
Così, impercettibilmente l’oggetto assume un’alia norma attraverso la quale essere guardato.<br />
Non è più quello che era, né esattamente quello che deve essere. Si muove.<br />
Il punto di partenza della scienza, l’assioma primo di ogni conoscenza, nei Principia<br />
philosophiae cartesianae riceve dunque questo ordine nelle prime quattro proposizioni:<br />
Non possiamo esser assolutamente certi di alcuna cosa, finché non sappiamo di esistere.<br />
Io sono deve essere per sé noto.<br />
Io, in quanto cosa composta di corpo, sono, non è la prima verità né è conosciuto per sé.<br />
Io sono, non può essere la prima verità conosciuta, se non in quanto pensiamo.<br />
Secondo l’alia norma il primo principio non può essere Cogito ergo sum: deve essere<br />
Ego sum cogitans. Dall’intuizione dell’ego sum, originariamente dato nella sua identità<br />
di pura potenza di affermazione, alla sua coscienza, che in quanto idea dell’idea,<br />
riflessione, “dimostrazione”, si rivela come ego cogitans e si compie nella sua certezza.<br />
Perché l’ego sum sta all’ego cogitans come l’essenza formale sta all’essenza oggettiva,<br />
in quanto questa non è altro che la sua certezza, ovvero «il modo con il quale<br />
percepiamo l’essenza formale è la stessa certezza» 331 , e «non si dà idea dell’idea se<br />
prima non è data l’idea» 332 .<br />
Il processo secondo il debitus ordo procederà allora dall’essere alla conoscenza, dall’oggetto<br />
al soggetto, dall’ego sum all’ego cogito, e non dalla conoscenza all’essere, dal soggetto<br />
all’oggetto, dall’ego cogito all’ego sum.<br />
Aussi le Cogito, tel que le conçoit Descartes, ne peut-il être le point de départ de la science.<br />
Loin de mettre fin au doute, il le rend inéluctable. Séparant Dieu et notre entendement, il<br />
rend nos idées inadéquates, l’idée d’un tel entendement séparé etant elle même inadéquate<br />
et liée à tous les fantômes de l’imagination: création, libre arbitre divin et humain, etc 333 .<br />
Solo nel movimento di riflessività, infatti, dove l’idea vera data si compie nell’idea<br />
dell’idea e vi è il passaggio naturale dal sapere al sapere di sapere, dalla verità alla sua<br />
certezza senza alcun salto, si pone internamente ed assolutamente il primo principio dal<br />
quale muovere per la deduzione di un ordine di ragioni non soggettivamente connesse<br />
ma oggettivamente vere. Senza che siano necessarie ulteriori garanzie esteriori a<br />
certificare quell’oggettività che non si ha interiormente.<br />
Al contrario in Cartesio, essendo il punto di partenza non l’ego sum, l’idea, ma l’ego cogitans,<br />
l’idea dell’idea, non vi è alcun movimento, il processo resta vuoto, è sterile.<br />
Perché non è l’essere di me stesso a darsi originariamente al mio pensiero e a divenire così<br />
certezza, idea adeguata in me e in Dio, ma è il mio pensiero separato dalla sua causa a porsi<br />
liberamente per se stesso e a percepirsi come essente. Ma in tal modo la forma soggettiva del<br />
pensiero inghiotte tutto l’essere, l’oggetto, e non fa che rispecchiarsi in questa vuota identità<br />
formale che non riesce a porre nessuna verità prima, aliqua particulari affirmativa 334 , dalla<br />
quale procedere.<br />
E per ciò stesso il Cogito cartesiano, isolato da Dio, non può giungere che a una conoscenza<br />
confusa non solo delle cose ma della Mente stessa. «L’idea che costituisce la natura delle Mente<br />
umana, considerata in sé sola, non è chiara e distinta» 335 perché «tutte le cose che sono, sono in<br />
331 TIE, p. 82.<br />
332 TIE, p. 83.<br />
333 M. Gueroult, Spinoza (Ethique I), cit. I, p. 34.<br />
334 Cfr. TIE, p. 153.<br />
335 E, II, pr. 28, sch.<br />
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