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Sara Pagliano ALIA VERITATIS NORMA - Lettere e Filosofia ...

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Dio non esiste a causa di questi. Essi non fanno conoscere nulla di ciò che è sostanziale, e a<br />

causa del quale soltanto, Dio esiste 378 .<br />

Dunque, se la potenza è attributo proprio e non costitutivo della sua essenza, intelletto e<br />

volontà, non essendo attributi né costitutivi né propri, non sono che modi, e dovranno<br />

dunque esser inclusi nella Natura naturata e non naturante.<br />

L’intelletto in atto, sia finito, sia infinito, come anche la volontà, la cupidità, l’amore ecc.<br />

devono essere riferiti alla Natura naturata, e non alla Natura naturante 379 .<br />

Ora, perché è necessaria tutta questa sottigliezza?<br />

Perché l’affermazione «La potenza di Dio è la sua essenza», non inserita all’interno delle<br />

dovute precisazioni, può far sì che, ignorando tale distinzione tra potenza ed essenza di Dio,<br />

s’identifichi al contrario questa con quella, definendo in tal modo Dio non per la sua intima<br />

essenza ma per una sua proprietà, il che conduce, specie nel caso degli enti fisici e reali, ad<br />

«invertire la concatenazione dell’intelletto» 380 , allontanandoci dalla verità della cosa. Ma,<br />

soprattutto, non riconducendo la potenza all’essenza affranchiamo la potenza dalla necessità che<br />

le viene imposta dall’essenza stessa, ed apriamo le porte al libero arbitrio, all’incomprensibilità<br />

di Dio e alla confusione «tra la potenza di Dio con la potenza dei re» 381 .<br />

Dio agisce con la stessa necessità con la quale intende se stesso, cioè, come dalla necessità<br />

della divina natura segue (come unanimemente affermano) che Dio intenda se stesso, con la<br />

stessa necessità segue anche che Dio faccia infinite cose in infiniti modi. Inoltre, nella<br />

Proposizione 34 della I parte, abbiamo dimostrato che la potenza di Dio non è nulla altro<br />

che la sua attuosa essenza, e perciò ci è tanto impossibile concepire che Dio non agisca<br />

quanto concepire che Dio non sia. Se piacesse poi portare avanti ulteriormente questa<br />

argomentazione, potrei mostrare qui anche che quella potenza che il volgo attribuisce a Dio<br />

non soltanto è umana (il che dimostra che il volgo concepisce Dio come un uomo o a<br />

somiglianza dell’uomo), ma implica anche impotenza 382 .<br />

In Spinoza ogni rapporto causale è concepito come rapporto di necessità secondo<br />

l’assunto dell’assioma terzo della prima parte: «Da una determinata causa segue<br />

necessariamente un effetto e, al contrario, se non si dà alcuna causa determinata è<br />

impossibile che segua un effetto». Non esiste causazione libera, produzione non<br />

determinata da leggi: non nell’uomo, non nella natura, e in primo luogo non in Dio,<br />

poiché «Dio non agisce mediante la libertà della volontà» 383 . Ciò che è proprio di Dio è<br />

che «solo Dio è causa libera. Solo Dio, infatti, esiste per la necessità della sua natura<br />

[…] e agisce per la sola necessità della sua natura» 384 . Perché l’unica vera accezione di<br />

378 Così spiega M. Gueroult (Spinoza (Ethique I), cit., p. 380): «on peut dire que Dieu est la puissance,<br />

comme on peut dire que le cercle est l’équidistance de tous les points d’une corbe à un point appelé<br />

centre, quoiqu’il ne s’agisse là que d’une propriété résultant de la constitution du cercle et non de ce par<br />

quoi le cercle est constitué. Le propre est, en effet, tellement inséparable de ce dont il est le propre que, là<br />

où il est, la chose, nécessairement, est aussi toute entiére, et que, à ce titre, il est, comme dirait Leibniz, un<br />

predicat convertible caractéristique ou paradoxal. Ainsi, là où il est la puissance de Dieu, là est présent<br />

aussi l’être même de Dieu».<br />

379 E, I, pr. 31.<br />

380 TIE, p.154 : «Perché una definizione si dica perfetta dovrà spiegare l’intima essenza della cosa e si<br />

dovrà badare di non mettere al suo posto qualche (sua) proprietà. […]. E sebbene, come dissi, questo<br />

importi poco per le figure e gli altri enti di ragione, importa tuttavia molto per gli enti fisici e reali: poiché<br />

senza dubbio le proprietà non si comprendono finché se ne ignorano le essenze».<br />

381 E, II, pr. 3, sch.<br />

382 E, II, pr. 3, sch. (corsivo mio). Nella KV, I, 2, contro coloro che affermano che se tutto ciò che vi è<br />

nell’infinito intelletto di Dio esistesse formalmente in Natura questo limiterebbe la sua potenza, poiché, se<br />

Dio ha creato tutto, non può creare di più, Spinoza così argomenta: «se Dio non può mai creare tanto da<br />

non poter creare ancora di più, allora non può mai creare ciò che può creare; ma che egli non possa creare<br />

ciò che può creare è in se stesso contraddittorio».<br />

383 E, I, pr. 32, cor. 1.<br />

384 E, I, pr. 17, cor. 2<br />

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