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Sara Pagliano ALIA VERITATIS NORMA - Lettere e Filosofia ...

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Dunque, se la questione del metodo non pone grandi problemi nel caso della matematica o<br />

della geometria, le vere difficoltà sorgono quando le si voglia applicare alle realtà concrete. Il<br />

problema della matematica, cioè, è la sua applicabilità alla fisica.<br />

Perché tale applicazione possa esser realizzata in maniera rigorosa, occorrono due condizioni<br />

preliminari.<br />

La prima è che si possa considerare la materia fisica come quantità pura, ovvero congedare la<br />

concezione sostanzialista e qualitativa di Aristotele e della scolastica e dare il benvenuto ad una<br />

concezione quantitativa: insomma, spogliare la materia delle sue qualità sensibili e ridurla ad<br />

estensione. Via «sapori, odori, colori»: tutte queste qualità vengono «levate ed annichilate» non<br />

appena sia «rimosso il corpo animato e sensitivo», riducendosi a nulla più che «puri nomi» 244 .<br />

Per spiegare allora l’enorme varietà dei fenomeni naturali si recupereranno in funzione<br />

antiaristotelica schemi esplicativi antichi: basteranno magnitudo, figura, pondus, situs et ordo,<br />

per avere un mondo purificato in atomi actuosi 245 , ed avvicinarsi così ad una spiegazione più<br />

“meccanica” dei fenomeni.<br />

La seconda condizione necessaria è che tutte le qualità delle cose possano essere ricondotte al<br />

movimento locale, «the variety of thinges is but variety of locall motion in y e spirits or inuisible<br />

partes of bodies» 246 .<br />

Questa duplice riduzione sarà compiuta infine dal nostro «illustrissimo» Descartes: «toute ma<br />

Physique n’est autre chose que Géométrie» 247 . Il giro necessario fu in primis ricondurre i<br />

fenomeni fisici alle quantità geometriche pure, in seconda istanza queste ultime a quelle<br />

algebriche. Per realizzare la suddetta opera di reductio occorreva inoltre che fosse messo a<br />

punto lo strumento matematico necessario: la rottura con il realismo tradizionale non fu affare<br />

di un sol giorno.<br />

Occorreva dunque anzitutto abiurare fisica e metafisica aristoteliche. Si capisce così come la<br />

matematizzazione della realtà fisica abbia potuto progredire soltanto attraverso una critica<br />

serrata alla fisica delle forme sostanziali, incompatibile con un’idea di quantificazione della<br />

materia. Ma, sotto il profilo metodologico,<br />

on ne peut assez répéter que le mathématisme dont le Continent est prodigue depuis le<br />

Moyen Age tardif ne diffère pas substantiellement dans ses conceptions de la demonstratio<br />

rationalis d’Aristote, retouchée et mise au point progressivement pendant dix-huit siècles<br />

d’existence 248 .<br />

Altro erano la fisica e la metafisica aristoteliche, altro era il metodo. In realtà la critica<br />

ad Aristotele su questo punto, più che a rimpiazzarlo mirava a correggerlo. La questione<br />

dei due procedimenti dimostrativi fu particolarmente oggetto d’attenzione all’interno<br />

della rinomata scuola aristotelica padovana, le cui dottrine ebbero grande importanza<br />

per la formazione dei cartesiani, e in special modo per quelli che si conviene chiamare<br />

“scolastici cartesiani”. Uno dei loro maestri più importanti fu Jacopo Zabarella. Nelle<br />

sue opere ritroviamo i due piani sui quali si era sviluppata la demonstratio rationalis fin<br />

dall’Antichità. Se lentamente i nomi cambiavano, e quella che era la demonstratio quod<br />

et quia diviene ora resolutio et compositio, si mantiene però la continuità con la<br />

tradizione boeziana. Descartes stesso manterrà la fedeltà terminologica, usando a sua<br />

244 G. Galilei, Il Saggiatore, in Opere, vol. 1, a cura di F. Brunetti, Utet, Torino, 2005, p. 778; cfr. E.<br />

Cassirer, Storia della filosofia moderna, cit., vol. 1 (in particolare libro II, cap. II, La nascita della scienza<br />

esatta).<br />

245 Cfr. T. Gregory, Scetticismo e empirismo. Studio su Gassendi, Laterza, Bari, 1961; cfr O.R. Bloch, La<br />

philosophie de Gassendi. Nominalisme, Matérialisme et Métaphysique. Martinus Nijhoff, La Haye, 1971;<br />

cfr. anche R. Kargon, L’Atomismo in Inghilterra da Hariot a Newton, cap. VI-VIII, Il Mulino, Bologna,<br />

1983.<br />

246 T. Hobbes, Hobbes to William Cavendish, Earl of Newcastle, 29 july 1636, in The Correspondence of<br />

Thomas Hobbes, ed. by N. Malcolm, Clarendon Press-Oxford, 1994, vol. 1, p. 33.<br />

247 R. Descartes, Correspondance, A Mersenne 27-7-1638, AT II p. 268.<br />

248 H.J. De Vleeschauwer, More seu ordine geometrico demonstratum, cit., p. 19.<br />

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