Sara Pagliano ALIA VERITATIS NORMA - Lettere e Filosofia ...
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3.2 Dall’operari al sequi<br />
«Lo scandalo dello spinozismo in primo luogo è la negazione della responsabilità» 358 .<br />
Lambert de Velthuysen, professore all’università di Utrecht, si diffonde alquanto sui pericoli<br />
insiti in quell’altro frutto dell’aberrazione geometrica che è il Tractatus teologico-politicus, e<br />
così scrive a Jacob Ostens, che ne aveva sollecitato il parere:<br />
Egli ammette un Dio, e lo professa artefice e creatore dell’universo; ma nel mondo afferma<br />
una forma, una specie e un ordine del tutto necessari, tal quale come della natura divina e<br />
delle verità eterne, che vuole costituite indipendentemente dalla volontà di Dio. Perciò egli<br />
dichiara che tutto avviene per indomabile necessità e per destino ineluttabile […]; qual<br />
premio e qual pena ci si può attendere, quando tutto si attribuisce al fato e si afferma che<br />
tutto emana da Dio con ineluttabile necessità, anzi, quando si dichiara che tutto questo<br />
universo è Dio? […] la dottrina del Trattato teologico politico, […] a mio avviso distrugge<br />
e sovverte dalle fondamenta ogni culto ed ogni religione, […] promuove nascostamente<br />
l’ateismo o […] si finge un tal Dio di cui gli uomini non sentono alcun timore reverenziale,<br />
essendo esso stesso soggetto al fato in modo che non si può parlare di governo e di<br />
provvidenza divina, né di distribuzione dei premi e delle pene. […] Non credo di essermi<br />
allontanato troppo dal vero e di aver fatto torto all’autore dichiarando che egli insegna con<br />
sottili e larvati argomenti uno schietto ateismo 359 .<br />
E Spinoza ad Ostens, che diviene tramite dell’incontro polemico, così ribatte:<br />
Il fondo del suo ragionamento è che io distruggo la libertà di Dio assoggettandolo al fato.<br />
Ma questo è del tutto falso. Infatti, io ho affermato che tutte le cose seguono con<br />
inderogabile necessità dalla natura di Dio, né più né meno di come tutti sono d’accordo<br />
nell’affermare come conseguente alla natura di Dio, che egli conosca se stesso. Nessuno<br />
nega infatti che ciò discenda necessariamente dalla natura divina, e tuttavia nessuno pensa<br />
che Dio sia soggetto a un fato, ma che egli intenda se stesso del tutto liberamente sebbene<br />
necessariamente 360 .<br />
Negatore del libero arbitrio, sovvertitore dell’ordine sociale e di ogni culto religioso,<br />
così viene visto Spinoza dai suoi antagonisti: colui che nella cieca necessità brucia ogni<br />
possibilità morale rendendola semplicemente ridicola.<br />
In realtà, lo scandalo non sta nelle preoccupanti conseguenze immorali ed empie di un<br />
determinismo malcompreso da moralisti e teologi 361 .<br />
Da principio lo scandalo consiste in un’estensione radicale del principio di causa.<br />
Non c’è nessuna eccezione alla regola, nessun dominio intoccabile, tutto sottostà al medesimo<br />
principio: «di ciascuna cosa esistente si deve dare necessariamente una causa positiva per la<br />
quale esiste» 362 . A questa universalizzazione del principio di causa nemmeno Dio può sottrarsi,<br />
essendo causa di sé ed esistendo per la sua propria natura 363 .<br />
Su questo punto già Descartes si era allontanato dalla tradizione scolastica, che interpretava la<br />
nozione di ente per sé come nozione negativa, escludendo come contraddittoria l’autocausalità:<br />
Dio è per sé nel senso che non ha causa. Il Dio cartesiano, al contrario, è per sé nel senso che è<br />
causa sui, causa di se stesso: «noi diciamo che Dio è per sé, non più negativamente, ma, al<br />
contrario, nel modo più positivo» 364 .<br />
357 Ep. 2 (corsivo mio).<br />
358 M. Messeri, L’epistemologia di Spinoza. Saggio sui corpi e le menti. Il Saggiatore, Milano, 1990, p.<br />
36.<br />
359 Ep. 42.<br />
360 Ep. 43.<br />
361 Cfr. M. Messeri, L’epistemologia di Spinoza. Saggio sui corpi e le menti. cit., p. 36: «Non è tanto il<br />
necessitarismo, infatti, ad essere caratteristico della metafisica di Spinoza, quanto una forma peculiare di<br />
necessitarismo che si tratta di comprendere nella sua specificità. A distanza di tre secoli, ciò che risulta<br />
più degno di interesse non è il fatto che Spinoza abbia escluso ogni contingenza e negato il libero arbitrio,<br />
ma il fatto che la necessità che egli ritiene dominare tutte le cose è una necessità logica».<br />
362 Ep. 34.<br />
363 Cfr. E, I pr. 7 e dem.<br />
364 R. Descartes, Meditazioni Metafisiche. Risposte alle prime obbiezioni, cit., p. 105.<br />
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