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Sara Pagliano ALIA VERITATIS NORMA - Lettere e Filosofia ...

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Ergo: il nostro beneamato mos geometricus, guardato così, non è altro che il mezzo espositivo<br />

di ciò che il portentoso methodus mathematicus, ovvero analisi ovvero resolutio, ovvero<br />

demonstratio quod, ha messo a punto per le sue vie. O sublimi segreti degli antichi geometri,<br />

che a voi soli riservate 251 .<br />

E infatti, con la levità e la sprezzatura di uomo di mondo quale era, Leibniz così si esprime a<br />

tal proposito:<br />

Je ne’écris jamais rien en philosophie que je ne le traite par définitions et par axiomes,<br />

quoique je ne lui donne pas toujours cet air mathématique qui rebute les gens 252 .<br />

Teniamo ben distinte le cose: da una parte mos geometricus, dall’altra methodus<br />

matematicus. E soprattutto non abusiamo di quest’aria geometrica, perché alla fin fine<br />

risulta irrespirabile.<br />

Perché, se è vero che essa porta chiarezza, distinzione ed evidenza, non dimentichiamoci che è<br />

il methodus mathematicus a darci la verità. Quindi non basta anteporre ai nostri discorsi i<br />

rassicuranti termini di “definizione”, “postulato”, “assioma”, “dimostrazione” per renderli eo<br />

ipso veri. Non confondiamo l’habitus con l’ inventio.<br />

Quella fiducia naturale che il sec. XVII nutrì per l’eccellenza della forma geometrica come<br />

generatrice del vero riposa allora su un equivoco, su un’indebita quanto irresistibile tendenza a<br />

confondere l’uno con l’altra e a farne una sola medesima cosa:<br />

Nous ne pouvons pas nous dissimuler que cette confiance repose sur une équivoque et<br />

présente meme plusieurs ambiguités à la fois. L’équivoque fondamentale réside dans<br />

l’assimilation pure et simple de la méthode mathématique à cette technique géométrique.<br />

Tout bien considéré, le mos geometricus représente une forme ou, si l’on veut, une méthode<br />

d’exposition, alors que la méthode mathématique proprement dite représente une méthode<br />

de costruction ou d’invention, comme on disait autrefois. Ces deux méthodes peuvent se<br />

superposer ou converger, mais elle ne sont pas identiques 253 .<br />

I due veri «tempéraments mathématiques du siecle» 254 posero infatti la massima cura<br />

nel distinguerli.<br />

Uno risponde, come abbiamo visto, al nome di Leibniz, l’altro è - di nuovo - René Descartes.<br />

2.2 Atto primo<br />

Ecco, Signore, le cose cui desideriamo che voi portiate una maggior luce, affinché la lettura<br />

delle vostre sottilissime e, come noi crediamo, verissime meditazioni sia assai utile a tutti.<br />

Ecco perché sarebbe cosa utilissima se, alla fine delle vostre soluzioni, dopo aver dapprima<br />

avanzato alcune definizioni, postulati, ed assiomi, voi concludeste il tutto secondo il<br />

metodo dei geometri, nel quale siete sì ben versato, affinché tutto d’un colpo, e come con<br />

una sola occhiata, i vostri lettori possano vedere di che soddisfarsi, e voi riempiate il loro<br />

spirito della conoscenza della divinità 255 .<br />

Evidentemente, i numerosi teologi e filosofi che, per il tramite di padre Mersenne,<br />

formulano il cortese invito non avevano decisamente colto il procedimento in atto nelle<br />

Meditazioni, e tanto meno dovevano intendere per ordine ciò che intendeva Descartes:<br />

così, le Meditazioni dovettero apparire loro alquanto disordinate, essendo molto distanti<br />

251 «Gli antichi geometri erano soliti di servirsi solamente di questa sintesi nei loro scritti, non perché<br />

ignorassero interamente l’analisi, ma, a mio credere, perché ne facevano un sì gran conto da riservarla per<br />

sé soli, come un segreto importante». R. Descartes, Meditazioni Metafisiche, in Opere filosofiche, a cura<br />

di E. Garin, tr. it. di A. Tilgher, Laterza, Roma-Bari, 2000, vol. 2, Risposte alle seconde obbiezioni, p.<br />

145.<br />

252 G.W. Leibniz, Die philosophischen Schriften, cit., p. 302.<br />

253 H.J. De Vleeschauwer, More seu ordine geometrico demonstratum, cit, p. 11.<br />

254 Ibid.<br />

255 Seconde obbiezioni. Raccolte dal R. P. Mersenne dalla bocca di diversi teologi e filosofi, in R.<br />

Descartes, in Meditazioni Metafisiche, cit., p. 122 (corsivo mio).<br />

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