Sara Pagliano ALIA VERITATIS NORMA - Lettere e Filosofia ...
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spontaneità, non è quella di una causazione libera da leggi, ma quella di una produzione<br />
determinata dalle leggi della natura propria. Non libero arbitrio ma libera necessità: in<br />
tal senso Dio è massimamente e unicamente libero.<br />
Io dico libero ciò che esiste e opera per la sola necessità della sua natura; costretto, invece,<br />
ciò che a esistere e a operare è determinato da altro secondo una certa e determinata<br />
ragione. Per esempio, Dio, per quanto necessariamente, esiste tuttavia liberamente, perché<br />
esiste per la sola necessità della sua natura. E così pure, Dio intende se stesso e tutte le cose<br />
in modo assolutamente libero, perché ciò discende dalla sola necessità della sua natura.<br />
Vedete dunque, che io pongo la libertà, non nel libero arbitrio ma nella libera necessità 385 .<br />
Non si tratta dunque, nella Proposizione 34, di affermare che Dio è potenza, né di<br />
definire il suo essere per la sua potenza, ma di stabilire che la potenza infinita di Dio<br />
non è altro che la necessità interna implicita nella sua stessa essenza.<br />
Ed è così che «necessité mathématique et dynamisme de la cause se fondent […]<br />
intimement» 386 . Allora la prima riduzione per rendere possibile una perfetta applicazione del<br />
metodo all’oggetto è compiuta: «l’operari trapassa nel puro sequi matematico» 387 . L’attività<br />
divina non è altro se non l’ordinamento immutabile in virtù del quale le cose sono e si<br />
determinano reciprocamente nella loro serie: causa seu ratio.<br />
E come Dio esiste ed opera necessariamente, così le cose esistono ed operano ugualmente in<br />
modo necessario, essendo ogni cosa creata, come si è visto 388 , duplicemente determinata. In<br />
primo luogo nell’essenza, nell’esistenza, nelle loro proprietà ed operazioni le cose create sono<br />
determinate internamente da Dio: «Dio è causa efficiente non soltanto dell’esistenza ma anche<br />
dell’essenza delle cose» 389 , e «una cosa che è stata determinata a fare alcunché è stata<br />
necessariamente così determinata da Dio; e quella cosa che non è determinata da Dio non può<br />
determinare se stessa ad agire» 390 . Ed inoltre Dio determina ogni cosa finita secondo «un<br />
infinito nesso di cause ad esistere e ad agire» 391 , ovvero:<br />
Ogni cosa singolare, ossia qualunque cosa che è finita e ha una determinata esistenza, non<br />
può esistere né essere determinata ad agire se non sia determinata ad esistere e ad agire da<br />
un’altra causa che è anche finita e ha una determinata esistenza: e anche questa causa non<br />
può a sua volta esistere né essere determinata ad agire se non sia determinata ad esistere e<br />
ad agire da un’altra causa che è anch’essa finita e ha una determinata esistenza, e così<br />
all’infinito 392 .<br />
Ergo, spostare una sola cosa dalla posizione in cui è stata esattamente collocata o<br />
ammettere un semplice vuoto in quest’«ordo et connexio» significa eo ipso smuovere<br />
Dio dalla sua stessa essenza. Il vero ateo non è chi sottomette Dio al fato, ma chi<br />
precisamente suppone un ordine diverso da quello necessario. Questo implica<br />
l’equazione Deus sive Natura.<br />
Se dunque le cose avessero potuto esser di un’altra natura o essere determinate ad agire in<br />
un altro modo, così che l’ordine della natura fosse un altro, di conseguenza anche la natura<br />
di Dio avrebbe potuto essere altra da quella che è 393 .<br />
La vera religione sarà allora quella che incarna il matematico, il quale, nel ripercorrere<br />
nella sua estrema lucidità deduttiva l’ordine di connessione delle cose, non fa altro che<br />
svolgere l’essenza stessa di Dio in tutte le sue nervature, senza alcuna interruzione e<br />
385 Ep. 58.<br />
386 M. Gueroult, Spinoza (Ethique I), cit., p. 379.<br />
387 E. Cassirer, Storia della filosofia moderna, cit., p. 140.<br />
388 Cfr. supra, cap. I, p. 28.<br />
389 E, I, pr. 25.<br />
390 E, I, pr. 26.<br />
391 E, V, pr. 6, dem..<br />
392 E, I, pr. 28.<br />
393 E, I, pr. 33, dem.<br />
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