Sara Pagliano ALIA VERITATIS NORMA - Lettere e Filosofia ...
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dell’in se esse e del per se concipi. La mente umana, come tutte le cose finite, è modo,<br />
cioè affezione «di una sostanza, ossia ciò che è in altro, per mezzo del quale anche è<br />
concepito», dunque caratterizzato dalla dipendenza logica e ontologica, dalla proprietà<br />
dell’in alio esse et per aliud concipi. Determinato in quanto modo dell’attributo del<br />
pensiero, in quanto provvisto di durata, in quanto si dà necessariamente all’esistenza e<br />
all’azione da un altro modo finito 440 .<br />
L’essere della sostanza non appartiene all’essenza dell’uomo. Questa è dunque […]<br />
qualcosa che è in Dio e che senza Dio non può né essere né essere concepita, ossia […] è<br />
un’affezione ossia un modo che esprime la natura di Dio in una maniera certa e<br />
determinata 441 .<br />
Di tutti gli infiniti attributi nei quali si esprime la sostanza, all’uomo ne sono noti solo<br />
due: «Il pensiero è un attributo di Dio, ossia Dio è una cosa pensante» 442 , e<br />
«L’estensione è un attributo di Dio, ossia Dio è una cosa estesa» 443 . Dio è anche<br />
materia: se prima essa era considerata indegna di un «essere perfetto» ora «noi poniamo<br />
l’estensione come attributo di Dio» 444 . La tradizionale dicotomia spirituale-materiale è<br />
stata ricondotta all’unità della sostanza.<br />
Sia che concepiamo la natura sotto l’attributo dell’Estensione, o sotto l’attributo del<br />
Pensiero, o sotto qualunque altro attributo, troveremo un solo e stesso ordine, ossia una<br />
sola e stessa connessione delle cause, troveremo cioè che le stesse cose seguono da una<br />
parte e dall’altra 445 .<br />
L’espressione, sul piano umano, di quest’ordine si traduce nel nuovo rapporto tra mente<br />
e corpo:<br />
La sostanza pensante e la sostanza estesa sono una identica sostanza che è compresa ora<br />
sotto questo ora sotto quell’attributo. Così anche un modo dell’estensione e l’idea di quel<br />
modo sono una sola e stessa cosa, ma espressa in due modi 446 .<br />
Come cogitatio ed extensio sono due attributi di un’unica sostanza, e non vi è modo<br />
dell’estensione al quale non corrisponda un modo del pensiero, così anima e corpo sono<br />
la stessa cosa espressa in due modi diversi: se il modo dell’estensione è il corpo umano<br />
l’idea di esso è l’anima umana, idea corporis.<br />
La prima cosa che costituisce l’essere attuale della Mente umana non è altro che l’idea di<br />
una certa cosa singolare esistente in atto 447 .<br />
Mens, non anima. Spinoza recepisce da Descartes l’estensione del concetto di mens a<br />
tutta la realtà dell’anima, ma in quanto è «modus cogitationis» inseparabile dal corpo e<br />
regolata dalle stesse leggi, «un solo e stesso ordine, ossia una sola e stessa connessione<br />
delle cause», e non in quanto «substantia cogitans» separata e regolata da leggi diverse<br />
rispetto al corpo. In quanto idea corporis, la mente umana non può che essere<br />
intimamente ed indissolubilmente legata al corpo, non si dà l’uno senza l’altra, come<br />
non si dà l’idea senza il suo ideato. Pur nella loro perfetta autonomia, infatti, «i modi di<br />
ciascun attributo hanno come causa Dio in quanto si considera soltanto sotto<br />
quell’attributo di cui sono modi e non sotto un altro attributo» 448 : sono connessi così<br />
440 Cfr. E, I, pr. 28.<br />
441 E, II, pr. 10, dem.<br />
442 E, II, pr. 1.<br />
443 E, II, pr. 2.<br />
444 KV, I, 2.<br />
445 E, II, pr. 7, sch. (corsivo mio).<br />
446 E, II, pr. 7, sch.<br />
447 E, II, pr. 11.<br />
448 E, II, pr. 6.<br />
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