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Livorno, si sono rivelate estremamente lacunose; mentre quelle della Biblioteca<br />
Nazionale Centrale di Firenze, risultano disponibili solo dal 1886.<br />
Il “Telefono” usciva con l’indicazione Livorno-Lucca-Pisa, ma né nella Biblioteca<br />
di Lucca, né in quella di Pisa ne ho trovato traccia.<br />
In ogni caso, la Tigre ha una genesi il cui inizio risale a prima della comparsa<br />
sulle appendici veronesi del 1883. Fra le carte di Salgari si trova, infatti, un abbozzo<br />
di trama - una sorta di “canovaccio” preparatorio di cui spesso Salgari si serviva come<br />
base di partenza per la scrittura dei suoi romanzi - la cui ultima parte è riportata nel<br />
libro di Roberto Antonetto e Giovanni Arpino 142 . Questo “canovaccio” contiene<br />
episodi che poi non compariranno né nella Tigre né nelle Tigri; la trama risulta<br />
notevolmente diversa, e inoltre il nome di Marianna è diverso, più britannico anche<br />
se dalla grafia alquanto approssimativa: Yenny. Queste differenze fanno pensare che<br />
un tempo non breve dev’essere passato tra la prima ideazione della trama e la<br />
redazione apparsa sul quotidiano veronese.<br />
Un altro piccolo mistero emerge dalla già citata prefazione ad Angiolina<br />
dell’abate Caliari, il quale afferma che il suo ex allievo, Salgari, era venuto a<br />
mostrargli un romanzo inedito intitolato La Scimitarra di Khien-Lung, che, secondo<br />
alcuni, sarebbe La Scimitarra di Budda, uscito nel 1891 sul “Giornale dei Fanciulli”.<br />
Al momento, la questione relativa all’identificazione di questo romanzo rimane<br />
insoluta. Va segnalato, però, che nel 1939 uscì una Scimitarra di Khien-Lung, firmata<br />
col nome di Salgari, ma che comparirà più tardi anche col nome del figlio, Omar.<br />
Ma la cosa che mi sembra più interessante è che, precedentemente, nel 1937, era<br />
stato pubblicato un fumetto, disegnato da Guido Moroni Celsi e sceneggiato da<br />
Federico Pedrocchi, intitolato proprio La Scimitarra di Khien-Lung, che riportava la<br />
dicitura: romanzo inedito di Emilio Salgari. Nel fumetto, compaiono come<br />
personaggi, Sandokan e Yanez e sono descritte le circostanze del loro primo incontro.<br />
La vicenda del fumetto è inoltre completamente diversa da quella del romanzo<br />
pubblicato nel 1939, e costituisce una sorta di “prologo” al ciclo dei pirati. 143<br />
Non si può escludere che ci possa essere qualche collegamento col misterioso<br />
manoscritto salgariano del 1883 di cui parla Caliari, ma, in assenza di altri elementi<br />
chiarificatori, non è possibile uscire, neanche in questo caso, dal campo delle ipotesi.<br />
Prove solo testimoniali ci sono anche di un altro testo perduto di Salgari, La<br />
Perla di Labuan, di cui parla Giuseppe Fragale, il quale riporta che un racconto con<br />
142 Roberto Antonetto, Giovanni Arpino, cit., pp.90-91.<br />
143 È interessante notare che, questo “prologo” non si accorda del tutto con quanto riferito nei romanzi “canonici”<br />
del ciclo, come forse sarebbe stato più ovvio aspettarsi se fosse stato l’invenzione di un imitatore.<br />
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