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Un romanzo del genere, che prospetta la vittoria finale della “maliarda”, non<br />
poteva certo essere considerato come strumento educativo!<br />
L’unica differenza, tra Abd el Kerim e Fathma, da una parte, e Notis ed Elenka<br />
dall’altra, è costituita dal fatto che i primi amano corrisposti, i secondi no; questi<br />
ultimi che, si potrebbe dire, cercano di riportare “sulla retta via” il protagonista,<br />
hanno, per Salgari, il grave torto di opporsi alla forza dell’amore, che qui appare come<br />
un destino ineluttabile, e per questo verranno alla fine castigati. Abù-el-Nemr e, alla<br />
fine, anche il Mahdi, si arrendono, invece, a tale forza incoercibile, la accettano, anche<br />
se farlo determina la loro sconfitta; ed è proprio questo a portarli dalla parte “giusta”,<br />
quella dei protagonisti, e a farne quindi, in qualche modo, personaggi “positivi”.<br />
Ma è facile comprendere, come proporre questa sorta di “morale della passione”<br />
sia esattamente l’opposto di ciò che, all’epoca in cui fu pubblicata la Favorita, si<br />
poteva intendere per finalità pedagogiche!<br />
Dall’analisi del romanzo non emergono elementi che possano suffragare<br />
neanche altre tesi che sono state avanzate a proposito del rapporto tra appendici e<br />
volumi in Salgari. Innanzitutto, qui la vittoria dei protagonisti è completa, senza<br />
ombra di quella sconfitta che, secondo Fioraso, sarebbe, invece, una caratteristica<br />
fondamentale degli eroi salgariani.<br />
A dir la verità, Fioraso non è passato sopra la questione, tentando anche di<br />
giustificare questa incongruenza; ma, sostenendo che l’eroe salgariano “è<br />
fondamentalmente un vinto” 20 , si è trovato comprensibilmente in imbarazzo davanti<br />
alla trama della Favorita, arrivando a sostenere, con un notevole funambolismo<br />
argomentativo, che il vero eroe della Favorita sarebbe il suicida Abù el Nemr! 21<br />
Considerato lo spazio veramente ridotto che questo personaggio occupa all’interno<br />
del romanzo, mi sembra una lettura decisamente forzata, avente il solo scopo di far<br />
quadrare i conti a tutti costi per puntellare delle teorie che non reggono a un obiettivo<br />
esame del testo di Salgari.<br />
Nessuna traccia ho potuto ritrovare neanche del preteso “spostamento della<br />
violenza verso gli animali” 22 che caratterizzerebbe le redazioni in volume, costituendo<br />
una sorta di surrogato che dovrebbe compensare l’attenuazione della violenza sugli<br />
umani. Si può notare chiaramente, infatti, come già la versione in appendice presenti<br />
molti episodi di violenza sugli animali, che non vengono certo intensificati nel<br />
20 Cfr. Roberto Fioraso, Sandokan, cit. p. 44<br />
21 Cfr. Roberto Fioraso, Salgari padre di eroi vinti e piangenti in Emilio Salgari, Gli strangolatori del Gange,<br />
Torino, Viglongo, 1994. p. XXXI.<br />
22 Cfr. Roberto Fioraso, Ibidem, p. XVII.<br />
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