Verbale CC 29 marzo 2011 - Comune di Treviglio
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conoscitivo è compiuto solo nel momento in cui lo stesso può essere<br />
tradotto in azione sociale, ovviamente con il coinvolgimento dei<br />
partecipanti a questo processo. E questa poteva essere una finalità che<br />
poteva essere sposata da questo progetto proprio perché non era una<br />
conoscenza fine a se stessa, ma finalizzata a una traduzione operativa.<br />
La ricerca si è svolta da ottobre 2009 a <strong>marzo</strong> 2010, ha previsto una<br />
consultazione capillare <strong>di</strong> tutti i luoghi e <strong>di</strong> tutti gli attori che nel<br />
trevigliese operano nell’ambito dell’immigrazione e dell’integrazione,<br />
con la finalità <strong>di</strong> mapparli e coinvolgerli nella fase successiva della<br />
formazione. Il report <strong>di</strong> ricerca è <strong>di</strong>sponibile sul sito per chi volesse<br />
approfon<strong>di</strong>re l’argomento.<br />
I principali aspetti che sono emersi da questa ricerca sono senz'altro la<br />
ricchezza del nostro territorio in quest’ambito, nel senso che esiste<br />
molto e molte realtà sono impegnate su questo fronte, ma al tempo<br />
stesso a fianco della ricchezza evidenziata è stata evidenziata una<br />
grande frammentazione, competizione, autoreferenzialità, purtroppo una<br />
scarsità <strong>di</strong> relazioni. Una sorta, è stata così definita, <strong>di</strong> comunicazione<br />
interrotta rispetto alla comunicazione che era stata attivata negli anni<br />
precedenti, forse proprio perché uni<strong>di</strong>rezionale e non reciproca e<br />
paritaria tra i <strong>di</strong>versi soggetti. Per <strong>di</strong>rlo in modo sintetico, per<br />
sintetizzare il fattore <strong>di</strong> ricerca può essere sintetizzato nell’espressione:<br />
no <strong>di</strong> forti, ma relazioni deboli. Da qui la conseguente necessità <strong>di</strong><br />
lavorare sulle relazioni anziché sui no<strong>di</strong> che abbiamo evidenziato<br />
esserci ed essere molti.<br />
La seconda fase è stata la fase della formazione, nel periodo maggionovembre<br />
2010 condotta dall’Università, rivolta a tutta una serie <strong>di</strong><br />
soggetti, quelli mappati nella precedente fase <strong>di</strong> ricerca, scuole, oratori,<br />
ASL, Azienda ospedaliera, banche, sindacati, associazioni <strong>di</strong> italiani e<br />
associazioni <strong>di</strong> stranieri. La finalità era quella <strong>di</strong> fornire strumenti teorici<br />
e metodologici utili al lavoro nell’ambito dell’integrazione e<br />
dell’immigrazione. Il metodo <strong>di</strong> lavoro sono state lezioni frontali ma con<br />
poi un lavoro <strong>di</strong> gruppo, su contenuti inter<strong>di</strong>sciplinari, dalla sociologia<br />
all’antropologia, all’economia, all’etnopsichiatria, alla pedagogia. Cioè ci<br />
si è soffermati sui temi relativi all’associazionismo, all’immigrante, al<br />
migrant banking, alla scuola interculturale, al rapporto tra le religioni;<br />
c’è stato in questo percorso, percorso faticoso, lungo, tuttavia un’ampia<br />
partecipazione, un ampio coinvolgimento, una costanza, un impegno da<br />
parte dei vari soggetti che vi hanno partecipato e questo percorso ha<br />
contribuito a costituire una rappresentazione comune del fenomeno<br />
migratorio, una conoscenza, una competenza e si è creata oserei <strong>di</strong>re<br />
una intenzionalità, una consapevolezza sul tema.<br />
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