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Rivista Interdisciplinare di Studi Paesaggistici ... - Landsible.eu

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<strong>Rivista</strong> <strong>Inter<strong>di</strong>sciplinare</strong> <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>Paesaggistici</strong> / Inter<strong>di</strong>sciplinary Review of Landscape Stu<strong>di</strong>esIL PAESAGGIO COME LUOGO DELLA GOVERNANCEPaolo Zeppetella 1Da territorio a paesaggioIl tema del paesaggio, così come è stato affrontato all’interno del progetto LANDSIBLE, pone alla sfera dellepolitiche pubbliche alcune domande cruciali, per le quali è necessario elaborare risposte creative, innovativee locali (legate cioè alle specificità dei processi <strong>di</strong> trasformazione territoriale sui quali si vuole intervenire).Il paesaggio infatti non può essere concepito né tanto meno trattato a partire da un approcciosettoriale, come una componente – più o meno centrale – della pianificazione territoriale, pena la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>significatività e <strong>di</strong> potenza del concetto. Rispondere solamente in termini <strong>di</strong> routine amministrative, <strong>di</strong> nuoviprocessi istituzionalizzati (ad esempio, nuovi livelli <strong>di</strong> pianificazione territoriale, nuovi strumenti <strong>di</strong> controllodelle trasformazioni) rischia <strong>di</strong> essere un intervento sugli epifenomeni che non ne intacca nella sostanza lecause, e che in definitiva depotenzia il valore olistico del concetto <strong>di</strong> paesaggio. Includere la <strong>di</strong>mensionepaesaggistica nelle politiche territoriali comporta – può comportare – l’instaurazione <strong>di</strong> un <strong>di</strong>verso rapportocon i luoghi. La storia degli ultimi decenni ci mostra un territorio che si trasforma attraverso l’imposizione <strong>di</strong>usi “che trovano la loro razionalità nelle relazioni interne al loro ‘spazio astratto’” 2 , rispondendo cioè alogiche funzionali e <strong>di</strong> appropriazione che trovano scarse o nulle connessioni con le specificità dei luoghi.Adottare la categoria del paesaggio come concetto chiave del governo del territorio dovrebbe/potrebbe allorasignificare fare proprio un approccio che segue una <strong>di</strong>rezione opposta: da logiche “globali” che usano lospazio per sod<strong>di</strong>sfare le proprie esigenze a luoghi caratterizzati da specifiche interazioni, se<strong>di</strong>mentazioni,capacità e potenzialità e che, a partire da queste, si confrontano con la scala globale. Si tratta insomma <strong>di</strong> unpotenziale mutamento <strong>di</strong> para<strong>di</strong>gma, dove lo sviluppo perde le sue connotazioni <strong>di</strong> pura crescita quantitativaper acquistare connessioni con le specificità territoriali, con le potenzialità e le criticità dei luoghi.Prendere in carico la <strong>di</strong>mensione del paesaggio può dunque significare lavorare per uno sviluppo che“conta sulla mobilitazione delle risorse locali [...] e sulla valorizzazione <strong>di</strong> potenziali inespressi”, “avviene incon<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> (almeno tendenziale crescita della) sostenibilità, integrazione, coesione e capacitazione”, e che“ha senso soprattutto dove appare più <strong>di</strong>fficile (ovvero dove la crescita non governata ha creato il massimo <strong>di</strong>esternalità negative), perché rappresenta l’unica terapia possibile dei deficit, delle sregolazioni, delle<strong>di</strong>sparità” 3 . Il concetto <strong>di</strong> paesaggio trasforma il territorio da oggetto tendenzialmente bi<strong>di</strong>mensionale(territorio come risorsa da utilizzare per la realizzazione <strong>di</strong> obiettivi – tipicamente la crescita economica –che trovano altrove le proprie razionalità) a soggetto composto <strong>di</strong> stratificazioni storico-culturali, prodotto<strong>di</strong>namico delle interazioni fra l’ambiente, le comunità, le attività economiche. Il paesaggio può <strong>di</strong>ventare ilgiusto ambito per trattare la <strong>di</strong>mensione interattiva delle politiche territoriali, il loro essere processi nonlineari <strong>di</strong> confronto/conflitto fra i <strong>di</strong>versi soggetti che agiscono, volontariamente o meno, sulla scenapubblica (o le cui azioni hanno effetti sulla dotazione <strong>di</strong> beni pubblici).1 Dottore <strong>di</strong> ricerca in Politiche Pubbliche Territoriali. Svolge attività <strong>di</strong> ricerca per enti pubblici e privati, e dal 2005 si occupa, suincarico della Regione Piemonte, dell’assistenza tecnica per l’Operazione Quadro Regionale PROGRESDEC, progetto finanziatonell’ambito <strong>di</strong> Interreg III C Sud.2 Magnaghi, 1990.3 Donolo, 2007, p. 4.54

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